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20 anni di Far East Film Festival

Ventanni per un festival è un risultato importante. Segna non solo una maturità ma una tradizione consolidata. Attraversa ormai più di una generazione e quel che è ancor più importante è che cresce sempre più nei numeri e nell’afflusso internazionale di frequentatori.

Un risultato ancor più eclatante se si considera che la città di Udine dove si tiene l’evento è veramente posta nel far east nostrano, l’ultimo lembo di terra italiana prima della Slovenia, fatto di industriosità ma anche di una forte vena artistica e culturale.

L’organizzazione è ineccepibile e la sala del Teatro Nuovo è un esperienza uditiva non banale ed uno schermo che è una delizia degli occhi. Ma non possiamo esimerci di fare una piccola critica, siamo nell’era della globalizzazione ed aprire “le porte” anche al di fuori dei confini friulani, sarebbe l’ora.

La tecnologia ci permette di poter dare la possibilità a chi non si può permettere di partecipare al festival per visione dei film e fruirli i maniera “liquida”, anche perché molti di questi magari non troveranno una distribuzione nel nostro paese, per mille motivi, che poi sono sempre quelli.

All’ingresso del Teatro Nuovo Giovanni Da Udine c’è un area dedicata alla vendita di DVD e Blu Ray, ovviamente si tratta si una selezione di titoli del cinema asiatico. Incredibile come i più tecnologici amatori abituati a sottotitolare le nuove proposte del cinema orientale con gran tempismo ed in maniera assolutamente gratuita siano contemporaneamente collezionisti di supporti ottici così vetusti eppure sempre ambiti. 

In parte il fenomeno è spiegato dallo strano feticismo che affligge i cinefili, ma in parte è la risposta alla necessità di poter fruire di un film visto al festival, indipendentemente dalla distribuzione  nelle sale tradizionali.

Un festival invece dovrebbe oggi essere fruibile ormai negli spazi virtuali del web in contemporanea mondiale, permettendo la fruizione, non solo dei film, ma anche di tutti gli eventi che lo compongono dal pubblico di  tutto il mondo. 

Solo cosi il festival diverrebbe veramente internazionale e potrebbe rendere il festival, usando un termine ormai abusato, “globale”.

Citare il trailer di presentazione ai film è d’obbligo, scherzare su spaghetti e “mafia” suona come gusto di gemellaggio, soprattutto da chi lo intima, in maniera draconiana …NON SONO SPAGHETTI,  MA NOODLE, con il tono tipicamente da persona democratica e tollerante è veramente divertente.

Giovanni De Santis

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