George Miller presiederà la giuria del 69 festival di Cannes

Sarà il regista, sceneggiatore e produttore australiano a presiedere la giuria del prossimo festival di Cannes. A George Miller si deve l’alpha e l’omega della saga di Mad Max, il cui reboot “Fury Road” ha mietuto quest’anno ben 6 oscar ( tranne quelli più importanti bisbigliano i maligni).

Interceptor

Indimenticabile il suo “Interceptor” del 1979 che lanciò Mel Gibson all’attenzione mondiale e che curiosamente anche allora fu premiato dall’ Australian Film Institute solo con premi “tecnici” come il montaggio e la sonorizzazione. Eppure l’intuizione della saga fu e rimane potente, rischiando di farci dimenticare che è stato anche l’autore di autentici gioielli come “L’olio di Lorenzo” (1992) e “Le streghe di Eastwick” (1987).

Un Mondo Fragile (la terra y la sombra)

 

Un film di Cesar Acevendo

Un vecchio contadino torna a casa ….. ma è tutto cambiato, la legge del profitto fa le sue vittime, non solo sulla natura ma anche sugli uomini.

Alfonso (Haimer Leal) è un vecchio contadino che, dopo diciassette anni, torna dalla sua famiglia per accudire il figlio Gerardo (Edison Raigosa), ora gravemente malato. Al suo ritorno, ritrova la donna che era un tempo la sua sposa, la giovane nuora e il nipote(Josè Felipe Càrdenas) che non ha mai conosciuto, ma il paesaggio che lo aspetta sembra uno scenario apocalittico: vaste piantagioni di canna da zucchero circondano la casa e un’incessante pioggia di cenere, provocata dai continui incendi per lo sfruttamento delle piantagioni, si abbatte su di loro. Il figlio, che a furia di respirare quell’aria avvelenata si è giocato i polmoni e ora passa le giornate a letto, impossibilitato ad uscire, la moglie e la madre fanno le sue veci sui duri campi di canna da zucchero che devono raccogliere dalla mattina alla sera per un salario da fame ….

Film poetico,( l’Amore è il tema principale “Amore si scrive con le lacrime” cita la canzone del film) commovente, intriso di tematiche sociali e ambientali come  ricorda molto anche Papa Francesco nell’enciclica Laudato sì.

Acevedo è riuscito a coniugare alla perfezione il messaggio sociale e la qualità artistica, la solidarietà tra i lavoratori e la rivendicazione del salario spesso mancante, imponendosi come uno dei giovani cineasti più interessanti degli ultimi tempi ,non per niente vincitore a Cannes, La Camera d’or.

Un plauso va anche alla fotografia (Mateo Guzmán), che rende il film un “western” senza sparatorie, travolti dalle assurdità del progresso, dalla negligenza di uno stato incapace di gestire l’economia rurale, dove i ricchi latifondisti vincono sui poveri contadini, costretti a scappare per salvare le loro vite.

Interpretato egregiamente da un manipolo di attori prevalentemente non professionisti (le sole eccezioni sono rappresentate dalle due protagoniste donne, Hilda Ruiz e Marleyda Soto).

Un film indimenticabile.