Introduce il racconto sul Piccolo Teatro di Milano e d’Europa Andrea Camilleri, che, 22enne si trovava in città proprio nel momento della sua nascita. Farinotti contestualizza il primissimo dopoguerra, quando Antonio Greppi, uomo illuminato, diventa sindaco e usa le poche risorse disponibili non solo per le necessità primarie ma anche per la cultura, rimettendo in piedi la Scala e, dando vita, nel 1947, al Piccolo Teatro. I fondatori sono Paolo Grassi, Giorgio Strelher e Nina Vinchi. Dopo gli interventi di Giuliano Pisapia, e di Ferruccio De Bortoli, il racconto prosegue attraverso le parole di chi il teatro lo “fa”: Sergio Escobar direttore generale, Stefano Massini consulente artistico, Maurizio Porro, critico del Corriere, Giulia Lazzarini, attrice, Ornella Vanoni, che “nacque” al Piccolo” e racconta la sua vicenda personale con Strelher. Sono presenti attraverso filmati concessi dal Piccolo, tutti i suoi “eroi”, a cominciare da Luca Ronconi. E poi, letteralmente tutti, (non c’è spazio per nominarli qui)gli autori, attori, registi, artisti. Marco Eugenio Di Giandomenico inquadra l’aspetto economico. Uno stralcio del racconto di Farinotti: “Il Piccolo ha innescato due forze, una centripeta, di accoglienza dei movimenti culturali prevalenti, e una, più potente, centrifuga nell’elaborare e trasmettere al mondo. Accreditandosi come un soggetto che fa testo è stato, uso un termine impegnativo, un colonizzatore. Lo spettacolo-culturale del Teatro, secondo gli auspici iniziali è stato alla portata di tutti, attraverso diversi piani di lettura, certo.” Il “Piccolo” è un autentico GIANT.
Prendiamola alla lontana.
Tipo un anno fa, l’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica) comunicava al mondo: «Sempre più prove a favore dell’origine extraterrestre della vita. Ma anche la Terra potrebbe aver impollinato altri corpi celesti».
Ancora più alla lontana.
Se ne parlava già dalla fine del diciannovesimo secolo ma è nel 1960 che il Nobel per la Medicina Francis Crick, insieme a Leslie Orgel, rivisita una teoria che per anni è stata confinata nell’ambito della fantascienza, la Panspermia, e propone la Panspermia Guidata o Directed Panspermia. Secondo Crick, la vita si è diffusa attraverso un atto volontario, insomma ci hanno messo qui intenzionalmente. Quindi, se dovete prendervela con qualcuno, non bestemmiate a caso ma sappiate che è tutta colpa di una civiltà intelligente extraterrestre che ha deciso, per motivi che non ci è dato sapere, di spargere il seme dell’esistenza su altri mondi.
1994. «Dentro ogni fungo polverizzato dallo scontro vi sarà un pezzo di cuore della cometa», parola di Cristiano Batalli Cosmovici, del programma di ricerca di Bioastronomia del Cnr.
Tradotto: la cometa è la cicogna spaziale. Altro che cavoli verdi.
Ma torniamo al 2011. Richard Hoover, ex astrobiologo della Nasa, trova su un meteorite vecchio quattro miliardi di anni delle strutture che somigliano parecchio ai cianobatteri e pubblica la sua ricerca sul «Journal of Cosmology». Ipotizziamo che arrivi la conferma della loro genesi biologica: allora la vita ha davvero avuto origine attraverso “inseminatori cosmici” come meteore, comete o pianeti come la Terra.
Adesso chiudiamo il cerchio galattico con l’evento spaziale più mainstream dell’anno: Curiosity. Perché se la caccia a ET con Curiosity su Marte non fosse già discretamente appassionante, a mettere pepe arrivano le dichiarazioni di Craig Venter, il pioniere della vita artificiale, l’uomo che nel 2010 stupì la comunità scientifica creando la prima cellula controllata da un genoma sintetico, e che già aveva sfidato lo Human Genome Project nella corsa al sequenziamento del dna umano. Venter adesso rilancia: ha un progetto per spedire su Marte (il solingo Curiosity ne sarebbe lieto?) una macchina capace di analizzare il materiale genomico presente. Perché della sua esistenza è praticamente certo.
Quindi, per scoprire se siamo tutti figli delle stelle, non ci resta che aspettare con i piedi per terra e il naso all’insù? Non è detto. Esiste una regione tra la luce e l’oscurità, tra la scienza e la superstizione, tra l’oscuro baratro dell’ignoto e le vette luminose del sapere: è la dimensione dell’immaginazione, dove la Panspermia è un fatto e non teoria. Dove pollini, genomi e cianobatteri se ne vanno a spasso (immaginate qui un effetto ralenti) nello spazio e nel tempo, assolvendo al solenne invito «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela et cetera, et cetera». Questo luogo è il cinema, che in oltre mezzo secolo ci ha offerto un variopinto défilé di impollinate e impollinatori cosmici. Be’, forse alcune versioni non propongono esattamente quel che si dice “un happy end”, ma attenzione perché la fantascienza molte volte ci ha visto lungo, Blade Runner (per alcuni versi) docet.
Poi, che importa se i nostri avi-posteri sono, all’apparenza, ruvidi o mollicci blob-meteoriti-embrioni o se hanno l’aspetto di una fanciulla immacolata in cerca del suo semente? Per la fisica quantistica la realtà non è mai quella che vediamo, perlomeno, non l’unica possibile.
E adesso lustratevi gli occhi!
(Domanda: «Per parlare di donne dell’altro mondo dovevo per forza partire dalla Panspermia?». Risposta: «Secondo voi è nato prima l’uovo o la gallina?»)
Devil Girl From Mars (1954)
A creature without mercy!
Un’avvenente marziana (Patricia Laffan che in Quo vadis? di Mervyn LeRoy ha interpretato la parte di Poppea), scende sulla Terra in compagnia del suo segugio-robot e, per procurarsi un uomo al fine di perpetuare la sua razza minacciata d’estinzione, sceglie un piccolo villaggio scozzese.
Curiosità
Film-cult principalmente per due motivi. Primo: oltre alla bellissima Laffan, troviamo nel cast Hazel Court, reginetta degli horror della Hammer; secondo: c’è anche Adrienne Corri, la (futura) signora Alexander di Arancia meccanica.
Chikyu Boeigun – I misteriani (1957)
Anche i poveri Misteriani hanno necessità di perpetrare la stirpe.
E guarda un po’ il caso, contemporaneamente alla loro venuta sulla Terra, alcune giovani donne iniziano inspiegabilmente a sparire.
Curiosità
Il nome del cannone che alla fine fa breccia nella difesa dei Misteriani, il Markalite, è stato scelto come titolo per un periodico specializzato in fantascienza nipponica.
Mars Needs Women (1967)
Una base militare capta un perentorio messaggio dallo spazio: sono i marziani che dichiarano di aver bisogno di donne per ripopolare il loro pianeta.
Curiosità
La bella Yvonne Craig è la Batgirl dei telefim con Adam West.
A come Andromeda (1972)
Si tratta di uno sceneggiato per la televisione e in questo caso sarebbe più corretto parlare di “fecondazione spaziale assistita”: dalla costellazione di Andromeda viene trasmesso un messaggio in codice binario per costruire un computer potentissimo e inserirvi un programma per “fabbricare” la vita per clonazione.
L’opera a puntate di Vittorio Cottafavi è ricordata dagli amanti del genere come raro esempio di fantascienza adulta italiana.
Curiosità
La parte di Christine/Andromeda interpretata da Nicoletta Rizzi era stata proposta alla cantante Patty Pravo. Il soggetto, di John Elliot e Fred Hoyle, era già stato adattato nella miniserie inglese A for Andromeda del 1961.
Venus Foemina Herotica (1974)
La pellicola è conosciuta anche con i titoli Venus Raiders – 5 Girls Trumpet the Attack; 2069: A Sex Odyssey; Sex Charge; Sex Odyssey; Space Girls.
E ci risiamo: in direttissima dal pianeta Venere, Vegania, Galaxia, Solaria, Eclypse e Kommandantin 666 scendono sulla Terra per fare incetta di maschi perché la loro stirpe sta per estinguersi.
Curiosità
il titolo rientra tra i più gettonati semiclandestini nudies fantascientifici tipici degli anni sessanta, come, per citarne alcuni, Nude on the Moon e Kiss Me Quick!; e nel filone di commedie fanta-erotiche degli anni settanta-ottanta di più felice successo commerciale grazie alla propizia stagione anticensura “peace and love”.
Alien (1979)
(Capolavoro indiscusso, forse un po’ troppo serio per questa lista, ma che va comunque citato).
Eccoci alle prese con una specie talmente priva di qualsiasi moralità, che ha come unico scopo la riproduzione.
Curiosità
Dan O’Bannon e Ronald Shusett, autori del soggetto, avevano collaborato nei primi anni settanta con i disegnatori Chris Foss e H.R. Giger per il Dune mai realizzato di Alejandro Jodorowsky e di cui invece David Lynch ne trasse una pellicola controversa e affascinante. Comunque, materiale e disegni furono riutilizzati per Alien e l’immagine che Ridley Scott scelse per la creatura aliena è stata opera della mano di H.R. Giger.
Ultima chicca wikipediana: pare che lo strato nebbioso che ricopre le uova dell’alieno, sia stato realizzato con attrezzatura presa in prestito da un concerto degli Who.
Inseminoid – Un tempo nel futuro / Horror Planet (1981)
Non reggerebbe nemmeno come parodia di Alien. In breve: dopo esser stata violentata da un alieno, una ricercatrice si trasforma in mostro sanguinario dando alla luce orribili esseri.
Curiosità
«Inseminoid was a totally artless Alien knock-off. In Alien, the insect-like face-hugger implanted a xenomorph in the host’s chest. In Inseminoid, you become an alien host when a monster rapes you. Seriously, the filmmakers took the body horror of Alien and warped it into a tale of ET sexual assault» (da http://io9.com/inseminoid/).
E la testa dell’alieno non lascia spazio a equivoci.
Apocalisse a Frogtown – La città delle rane (1988)
L’umanità si ritrova decimata a causa di una guerra batteriologica. Effetti: il mondo è popolato da ibridi di rane e da uomini sterili. Uno dei pochi superstiti, Sam Hellman (Roddy Piper) va in giro dispensando allegramente la sua virilità tra la popolazione femminile superstite.
Curiosità
La cintura di castità che Sam Hellman è costretto a indossare, non solo reca la scritta «Proprietà del governo» ma è formata da una conchiglia di metallo imbottita di esplosivo e attivabile a distanza. Certo un costume non proprio agile per l’ex wrestler Roddy Piper.
Il film ha avuto addirittura due sequel: Frogtown II e Hell Comes to Frogtown III, rispettivamente del 1994 e 1996. Si sono domandati se qualcuno ne sentisse l’esigenza? Probabilmente no.
America 3000 (1985)
Come ci suggerisce il titolo siamo nel 3000 e per i soliti catastrofici motivi il genere umano è regredito a uno stato semiprimitivo. Le donne detengono la supremazia sugli uomini che usano non solo come schiavi ma anche come inseminatori. Decisamente distopico per i misogini di qualsiasi epoca.
Curiosità
Con una voce fuori capo si voleva dare al film un taglio “epico”, stile Conan, ma il risultato, nel suo insieme, è andato oltre, ben oltre i limiti del paradossale.
U.F.O. (1993)
Uno squadrone di amazzoni viaggia nel tempo e dal venticinquesimo secolo giunge sulla Terra a castigare lo showman Roy “Chubby” Brown. Le valchirie spaziali prima lo sequestrano e poi lo processano. Ma per cosa? Colpevole di comportamenti offensivi verso le donne. E così lo condannano a restare incinto per il resto della vita. Volevano che sperimentasse sulla propria pelle la condizione del sesso debole. No comment.
Curiosità
Tra gli interpreti c’è Shirley Anne Field, già apparsa nel 1966 in Marcia nuziale di Marco Ferreri e in seguito nei panni della Rachel di My Beautiful Laundrette (1985).
Prometheus (2012)
Come ha scritto qualcuno: «Ovvero come faccio cassa (non) citando Alien». Riassumendo il prequel di Alien: tre o quattro miliardi di anni fa, alieni azzurri e giganti scendono sulla Terra a inseminare il pianeta con il loro dna. Molto molto dopo, la protagonista oramai inseminata dall’alieno, per evitare il peggio si fa un auto-cesario.
Anche se, va detto, la scena più meritevole di un Razzie Award è quella del (sempre fascinoso) Michael Fassbender decollato, ma parlante. Roba da giocarsi i numeri al lotto.
Autore di questo succulento pezzo è Katiuscia Magliarisi, giornalista, blogger, scrittrice, attrice e tante altre eccelse cose. Se volete saperne di più perdetevi nel suo meraviglioso blog
Rakib, un giovane ragazzo indonesiano, diventa assistente di Purna, ex generale del regime in pensione. Quando Purna inizia una campagna elettorale per essere eletto sindaco, Rakib si lega all’uomo, diventato per lui mentore e figura paterna. Un giorno, però, un manifesto elettorale di Purna viene trovato vandalizzato: un gesto che avrà conseguenze inimmaginabili per entrambi. Con un ritratto intimo di due generazioni che vivono sotto lo stesso tetto, il regista Makbul Mubarak ripercorre un doloroso periodo storico della sua nazione con un thriller intenso, che presenta forti risonanze con la contemporaneità ed una forte universalità del tema della lealtà e della vicinanza al potere.
In occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio) ci sembra opportuno segnalarvi una selezione di film nel nostro catalogo che sono stati fondamentali nel racconto di ciò che è successo durante gli anni della dittatura nazista: dai film di propaganda ai documentari, dalle prime opere realizzate nella Germania Est al cinema hollywoodiano, per conoscere il ruolo fondamentale della settima arte nella storia, nonché importante strumento di conoscenza.
Nelle sezione “Guerra” sul nostro sito potrete quindi trovare capolavori come “I figli di Hitler”, un’aspra critica del regista Edward Dmytryk sull’educazione hitleriana, al vincitore del Festival di Locarno “Rotation” e il film perduto della propaganda nazista “Das Ghetto”.
L’associazione e compagnia teatrale le Muse Impenitenti, Marinetta Martucci e Arianna Villamaina, due attrici potentine, tornano a calcare il palcoscenico con una nuova esilarante ed originalissima commedia: Come lo zucchero per il caffè – ‘‘O Teatro è ‘o paese d’ ’o vero. Una commedia divertente e con performance di danza fuori le righe, che ci trasporta in un musical vero e proprio per poi allietare il pubblico con una sorpresa golosa. Lo spettacolo è un contenitore di arte a tutti gli effetti ed è un inno alle mille sfaccettature che in essa sopravvivono.