Rod Daniel non era magari proprio il papà ma senz’altro può essere considerato un autorevole zio di quelle commedie che si possono guardare in famiglia senza timore di dover coprire ad un tratto orecchie ed occhi ai ragazzini, quelle che gli americani (e pure noi) chiamano “light comedies”.
Nato a Nashville nel Tennessee 73 anni fa, Rollin Augustus Daniel è venuto a mancare sabato scorso nella sua casa di Chicago. Al suo attivo aveva una quarantina di opere tra serie TV e film, tra cui degli assoluti blockbuster del calibro di “Voglia di Vincere ” (“Teen Wolf” 1985) con Michael J. Fox , che quell’anno fu battuto ai botteghini USA soltanto da “Ritorno al Futuro” sempre con Michael J. Fox e, quattro anni dopo, di “Un poliziotto a 4 zampe“. Sul finire della carriera gli toccò pure l’impossibile compito di rivitalizzare la saga di “Home Alone” (“Mamma ho perso l’aereo” e vari sempre più sbiaditi seguiti) incagliata ormai da tempo su di un plot irrimediabilmente trito e ritrito. Compito impossibile ma portato a termine con decoro e professionalità maturata su set di serie TV che han fatto la storia della televisione americana, tra cui ricordiamo almeno quelli visti anche sui tubi catodici del nostro paese: “Cari Professori” e “Lo Zio D’America“.
Il genere di Rod Daniel è ontologicamente estraneo ai festival che si dedicano al cinema “alto”, ma non per questo è necessariamente estraneo all’arte ed alla creatività. Anzi ci dev’essere qualcosa di magico per lavorare con attori, bambini e animali (attori bambini, animali attori e attori … e basta) rispettando i budget notoriamente risicati delle commedie e delle serie TV e consegnando al pubblico ed ai produttori un opera godibile quanto divertente. Ma già sappiamo che se dirigere un dramma può essere in fin dei conti semplice, nel dirigere una commedia non c’è niente da ridere, anzi, spesso si rivela un dramma. Per questo oltre ad un affettuoso ricordo va tributato a Rod anche una meritata alta considerazione circa il suo contributo alla comunicazione nel secolo scorso.