Caro formatore,
gli esperti ci insegnano che il conflitto può nascere per varie ragioni. Il più classico nasce intorno alla famosa “torta” da dividere. Sul tema si sono cimentati gli inventori della teoria della negoziazione (CFR. FISCHER ROGER, URY WILLIAM, PATTON BRUCE, L’arte del negoziato, Corbaccio, 1981) che hanno descritto i comportamenti dei negoziatori di successo ed individuato i meccanismi che bloccano il reperimento degli accordi negoziali.
Ci sono anche i conflitti basati sulla personalità, che si sviluppano nei piccoli gruppi e non dipendono dalla presenza di una torta da dividere. La teoria che abbiamo proposto sulle risorse umane (CFR: “il Topo ed il Tucano, editore Feltrinelli-ilmiolibro”, 2014) pone:
il talento all’origine della prestazione professionale
la personalità all’origine delle interazioni individuali e intra-gruppali.
In questo senso recuperiamo l’etimologia latina, ove “persona” è la maschera, la nostra parte che, stando davanti, impatta sugli altri, generando le sensazioni “di pancia” quali antipatia, simpatia, rispetto, diffidenza.
Ma cos’è esattamente la personalità? E’ ciò che ci rende unici al mondo. Per questo, deve essere composta dalla combinazione di infinite caratteristiche. E’ molto facile leggere la personalità degli altri, molto difficile avere coscienza della propria, che si manifesta appunto nelle interazioni; una persona ci è simpatica quando ha delle caratteristiche che fanno vibrare alcune nostre corde, un’altra ci è antipatica perché manifesta altri “tratti” che ce la rendono insopportabile.
La psicologia, in particolare di radice Junghiana, ha generato vari modelli a partire dal flusso energetico: una persona “introversa”, la cui energia va dall’esterno all’interno, si lega ad una persona “estroversa”, il cui flusso dell’energia è opposto.
Alcuni psicologi dell’esercito italiano mi hanno introdotto ad un modello basato sulla focalizzazione cognitiva. In altri termini ognuno di noi tende a “vedere” in primo piano ciò che altri mettono in secondo piano o addirittura non percepiscono.
Camaleonti sono coloro che si focalizzano sulle persone.
Ricci di mare coloro che si focalizzano sulle regole e sulle procedure.
Dannati della terra coloro che si focalizzano sui problemi, sugli ostacoli.
Castori coloro che si focalizzano sui compiti, sulle cose da fare.
Usiamo questo modello in contesto organizzativo per equilibrare i gruppi di lavoro. Un gruppo formato esclusivamente da Camaleonti non vedrà problemi e regole, finendo per incappare in inefficienze e incidenti di percorso.
“La banda” (2007) è il film ideale per illustrare questo modello.
Il complesso musicale della banda di Alessandria di Egitto, specializzato nella musica tradizionale arabo-egiziana, è stato invitato in Israele a tenere un concerto per l’inaugurazione di un centro culturale arabo.
Il gruppo, in uniforme e con gli strumenti musicali, atterra all’Aeroporto di Tel Avviv, ma non trova nessuno a riceverli.
Il colonnello Tewfik, il direttore, si trova a dover affrontare una “crisi”.
Essendo un “Riccio di Mare” allo stato puro si preoccupa delle tradizioni, dell’onorabilità della banda, del rispetto delle procedure, ciò che lo rende poco elastico e soprattutto lo porta in conflitto con Haled, il Trombettista, che tra l’altro è l’unico musicista di alto livello della compagine.
Si capisce che il tema centrale del film sono i problemi di “comunicazione” quando la maldestra leadership di Tewfik porta il gruppo a prendere l’autobus per Petah Tikwa invece che per Bet Hatikwa.
L’errore è gravissimo in quanto Petah Tikwa è una moderna città israeliana e non un villaggio arabo.
Il disastro mina la credibilità del leader e scatena il conflitto con Haled, che se ne infischia di regole, procedure, ed è poco incline allo stile formale. E’ un camaleonte, il nemico naturale dell’uomo delle Regole.
Per fortuna il vicedirettore, di cui si intuisce la povertà di talento musicale, mette in atto efficaci strategie negoziali per cui, alla fine, la “Banda” riesce a fare fronte allo stato di emergenza. compensata da capacità negoziale.
Con l’ottica della “gestione del personale” esemplare il fatto che, nel momento più drammatico dello scontro di personalità, Haled viene minacciato di licenziamento.
Morale: problemi derivanti dalla personalità possono portare un capo a sottovalutare enormemente la performance dei propri collaboratori. Si può arrivare al punto che il fuoriclasse abbandona o viene allontanato dal gruppo, che si priva così di un elemento chiave per la sopravvivenza del gruppo. E’ un tema talmente ricorrente da essere al centro dell’Iliade, ove lo scontro tra Agamennone e Achille priva i greci del loro campione per nove anni di guerra, provocando infiniti lutti tra gli Achei.
Per la cronaca gli ebrei di Petah Tikwa ospiteranno i suonatori arabi nelle proprie case. La magistrale opera di Eran Kolirin ci dimostra come non sia la religione a porci in conflitto quanto la dinamica della personalità. La biochimica delle interazioni è talmente complessa da non potersi risolvere con facili ricette.
La “Banda” è un film insuperabile per la formazione sulla personalità e sul conflitto, temi fondamentali per le comunità umane dalla notte dei tempi.
Nelle organizzazioni attuali il tema è denso di implicazioni economiche. Basti pensare all’impatto che la “prima impressione” può avere sui selezionatori del personale che, non consapevoli dei meccanismi interattivi, finiscono per focalizzarsi sulle sensazioni di pancia perdendo di vista le risorse (talenti e competenze), che faranno la differenza nella performance. Ma di talenti e di molto altro, caro formatore, parleremo nella prossima puntata…!
Luigi Rigolio