E’ uscito questo mese lo studio della società canadese Sandvine intitolato 2016 Global Intenet Phenomena, ed è possibile acquistarlo e scaricarlo on line dal loro sito. Come si intuisce dal titolo lo studio è dedicato al web ed in particolare al suo impatto nel settore dell’entertainment di cui il cinema ne costituisce sempre una gran parte.
Il dato saliente è che nel Nord America oltre un terzo del traffico generato dai contenuti audio e video su internet avviene tramite Netflix, la compagnia che, nata diciotto anni orsono per noleggiare DVD per corrispondenza, ha mutato pelle ed è diventata leader incontrastata nella distribuzione di contenuti digitali attraverso internet. In verità ha perso qualche punto percentuale negli ultimi mesi passando da un bulgaro 37,1% ad un comunque cospicuo 35,2% a causa degli investimenti di Amazon che stanno incominciando a dare i propri frutti conferendo al colosso delle vendite on line il terzo posto sul podio con il 4,26% . Un risultato apparentemente poco appagante se si considera la distanza siderale che lo separa dalle vette di Netflix, ma che pure segna una tendenza in atto e che non va sottovalutata (era solo l’1,31% tre anni fa), soprattutto alla luce della potenza di fuoco, in termini di capitali, che il gigante Amazon può ed ha incominciato a dispiegare nel settore del digital delivery. Per dare un’idea più compiuta delle dimensioni del successo di Netflix è indicativo il dato di You Tube che si assesta al secondo posto con appena il 17,53% del traffico. Altrettanto significativo è il magro quarto posto di I-Tunes con il 2,91% di traffico, fenomeno questo, è doveroso precisarlo, dovuto soprattutto alla dimensione infinitamente inferiore dei file audio rispetto ad un qualsiasi film. Hulu è al quinto posto con il 2,53% e poi, come si suol dire, il diluvio. Il darwinismo digitale a cui ci ha abituato il net non lascia spazio a stupori di sorta, ma allo stato attuale è difficile immaginare come possano entrare nuovi soggetti (come non pensare a Google Play e a Wuaki TV), quantomeno nel mercato nord americano. E quindi, come diceva Frankie Hi-NRG, gli ultimi rimarranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili.