HEA e il popolo di Milazzo

HEA è l’acronimo di Home Entertainment Awards. Quest’anno la premiazione si è tenuta lo scorso 23 giugno al circolo della stampa di Milano. In questa edizione, più che le presenze, spiccavano le sempre maggiori assenze. Il tutto si è svolto all’insegna di un’alea di nostalgica transitorietà rafforzata dall’imminente chiusura della divisione home video della 20Th Century Fox.

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In virtù della linea surreale della manifestazione si sono conferiti premi a operazioni la cui esistenza va rilevata strumentalmente poiché non se ne ha un’evidenza palese, come il caso della miglior in-store promotion che premia “Masha e Orso” che pare abbiano conquistato Milano e senza che Milano se ne accorgesse minimamente. Insomma aziende che non ci sono più, aziende che non ci saranno tra poco, premi che non c’erano ad operazioni che non ci sono mai state ed infine aziende che pur esistendo non sono state invitate affinché nessuno possa dire che c’erano. Neppure aggrumando videogame e home video in un evento contro natura si è comunque raggiunto l’effetto di far parlare degli Home Entertainment Awards 2016. Provate a “googolare” home video awards 2016 e cercate di spingervi almeno sino alla terza pagina: non troverete nulla. Se poi come chiave di ricerca digitate HEA trovate come primo risultato una tabella di profilati metallici. Perché allora parlarne noi? Per additare un esempio negativo di inutile evento elitario organizzato da un unico soggetto a favore e con il favore di pochi noti, un mesto rito a metà tra la convention che si organizza per i propri clienti e la sterile autocelebrazione di un settore ormai al lumicino. Si tratta di roba da fantasmi che si aggirano ancora tra le rovine del castello dove ebbero a soffrire quando erano ancora in vita. Per citare l’amministratore delegato (donna) di una holding dei tempi d’oro dell’home entertainment “Sì vabbé, ma di tutto ciò al popolo di Milazzo…?” lasciando volutamente sospesa una rima poco elegante che nulla ha a che fare con la città siciliana, ma in fin dei conti pure questi premi non hanno nulla a che fare con l’intrattenimento che si trasforma e vive benissimo al di là e nonostante certe liturgie.

L’inferno di Tom Hanks

Inferno (si proprio così in italiano già dall’origine) è il titolo del terzo capitolo della saga del “Codice Da Vinci” che vedrà il professor Robert Langdon (Tom Hanks) alle prese con nuovi enigmi da risolvere per salvare l’intero pianeta da una terribile catastrofe. Tratto ovviamente da un romanzo di Dan Brown anche in questo film la minaccia ha correlazioni teologiche e, come suggerisce il titolo, è in qualche modo attinente alla Divina Commedia di Dante Alighieri. Qualcuno vuole trasformare la terra in un in inferno diffondendo un virus capace di sterminare la metà della popolazione.

Felicity Jones in una scena tratta dal trailer di Inferno
Felicity Jones in una scena tratta dal trailer di Inferno

A fianco di Tom Hanks c’è Felicity Jones, nominata all’oscar per “La Teoria Del Tutto” e qui nei panni della dottoressa Sienna Brooks.

Ben Foster
Ben Foster

Lo scienziato pazzo e necessariamente cattivo Bertrand Zobrist è interpretato da Ben Foster che debutterà ben presto nella sua opera prima dall’altra parte della macchina da presa di cui ancora non è trapelato però neppure il titolo provvisorio.

Ron Howard a Firenze durante le riprese di Inferno
Ron Howard a Firenze durante le riprese di Inferno

Il regista è sempre Ron Howard in collaudato binomio con David Koepp (sceneggiatore di Jurassic World , Indiana Jones ed il primo Mission Impossible tra l’altro) che curerà la sceneggiatura. Anche il direttore della fotografia fa parte della squadra storica della saga ed è l’italo americano Salvatore Totino che nel 2015 si è egregiamente cimentato con le meravigliose immagini di Everest per il quale era stato nominato al Camerimage 2015 come miglior film in 3D.

L'autore David Koepp
L’autore David Koepp

Il film, prodotto dalla prolifica società di produzione Imagine Entertainment (in cui lo stesso Howard è partner con incarichi esecutivi) insieme alla Columbia, che si occuperà anche della distribuzione nella maggior parte dei paesi, uscirà il prossimo autunno in contemporanea mondiale. Come già accaduto per i precedenti due anche questo capitolo della saga Da Vinci fungerà da grande promo della penisola italiana ribadendone la centralità nell’immaginario del mondo intero, con gli evidenti benefici che ciò comporta e di cui siamo orgogliosamente ben lieti.

Dal 25 giugno l’Ischia Film Festival

Dal 25 giugno al 2 luglio torna l’Ischia Film Festival, giunto ormai alla XIV edizione, nella favolosa cornice del castello aragonese.
Opere di grande interesse in concorso e fuori concorso, provenienti da ben 33 Paesi tra cui, oltre all’Italia, spiccano Russia, Brasile, Spagna, Usa, Turchia, Ucraina, Svezia, Pakistan.
L’Italia è presente con ben 43 film; 41 i film totali in concorso nelle varie sezioni presenti al Festival.
Il direttore artistico Michelangelo Messina si dichiara molto soddisfatto dell’alta qualità dei film presenti al Festival, in particolar modo delle anteprime, di grande rilevanza internazionale.
A Margarethe Von Trotta, che presiederà la giuria internazionale, è stato assegnato il premio alla carriera dell’Ischia Film Festival.
Domenica 26 giugno verrà proiettato “Hannan Arendt”, quale omaggio alla regista tedesca.