Caro formatore,
quando leggi “Lettere da Iwo Jima” come guida alla gestione del tempo, ti appare chiaro che la sceneggiatura sia stata scritta con uno scopo didattico.
Eastwood regista è magistrale. Sa cosa significa fare un film, come Hitchcock insegna, e la prima sequenza è la chiave del film (quando impareranno i registri nostrani?): archeologi che disseppelliscono le lettere dei soldati giapponesi della seconda guerra mondiale al tempo della difesa di Iwo Jima, il primo lembo del sacro suolo del Giappone ove gli americani sarebbero sbarcati.
Veniamo informati che il tema del film è la relazione tra comunicazione e tempo, e viene subito in mente il parallelo con “Salvate il Soldato Ryan” di Spielberg.
Il generale Kuribayashi è incaricato di prendere il comando delle difese della sperduta isola. Mentre atterra scrive alla propria famiglia, rimasta in Giappone, relativamente al proprio rimpianto di non essere riuscito a terminare i lavori in casa, cui aveva dedicato tutte le sue energie.
Ecco il primo messaggio relativo al Time Management: “Caro manager, dedica tutta l’energia alla famiglia, cosicché quando poi devi lavorare, sei a posto con te stesso…”Non appena atterrato il Generale scopre immediatamente ciò che caratterizza ogni organizzazione:
• mancanza di collaborazione tra i reparti
• elaborazione strategica scadente
• capi maldestri nella gestione dei collaboratori
• assenza di priorità
Si pone la questione: “Da dove iniziare?”
Kuribayashi analizza il piano di difesa, fa a piedi il perimetro dell’isola, e cambia la strategia, spostando le batterie sulle alture, sguarnendo le spiagge. Qui trova l’opposizione dei suoi collaboratori, che propongono la classica strategia del “buon senso”.
Questa parte contiene, per i capi, le più preziose indicazioni per il “Time Management”.
Importante ed urgente è il piano strategico. Quante volte ci sentiamo chiedere: “Quante ore deve lavorare un capo?”. La risposta di Kuribayashi è chiara e semplice: “Fino a che la strategia non è convincente si lavora anche di notte”.
La spiegazione è semplice. Un’organizzazione con una strategia sbagliata:
• va nella direzione sbagliata
• compra materiali non adatti
• assume persone non adatte
• si struttura in modo inefficiente
Quindi, se definiamo importante ciò che correla con il raggiungimento dell’obiettivo, la strategia è importante. Se definiamo urgente ciò che correla il passare del tempo con lo spreco di risorse, la strategia è urgente.
Nell’orizzonte gestionale, definire la strategia è il compito importante ed urgente, e deve essere completato in tempi brevi, in quanto è la chiave per gli altri campi della matrice di Eisenhower.
Steven Covey, il guru mondiale del “Buon Senso”, mette nel quadro “importante ed urgente” attività come “Spegnere incendi”. Basterebbe questo per buttare i suoi pedanti “Seven Essentials” nel camino…
Definita la strategia, Kuribayashi si dedica alla organizzazione, gli strumenti, uomini e mezzi. Vedendo lo stupido sottufficiale che frusta e castiga un soldato inefficace nel tiro al bersaglio, dice a denti stretti: “Dovrebbe pulire il fucile, non gli stivali…”
Definita la strategia e impostata la revisione dei mezzi e l’addestramento delle truppe, ecco il primo momento di relax, in compagnia del maggiore Nishi, splendida figura di combattente ed eroe. Ci sta un bicchiere di Whiskey.
Caro formatore, se hai bisogno di un film didattico sul time management per imprenditori e dirigenti, “Lettere da Iwo Jima” fa al caso tuo.
Appendi sul muro la matrice di Eisenhower e, seguendo Kuribayashi, le idee si chiariscono, non c’è possibilità di sbagliare.
Luigi Rigolio