Ritorno a Fortitude, tra ghiacci e misteri

Bentornati a Fortitude, lo sperduto villaggio del Circolo Polare Artico dove ci sono più orsi polari che abitanti, dove tutti si danno del tu, dove non è mai accaduto nulla di rilevante, fino a che…

Fino a che, nella prima stagione di questa misteriosa, fredda e affascinante serie televisiva, la tranquillità non viene interrotta da un omicidio. A indagare viene inviato, addirittura da Londra, l’esperto e molto “british” detective Eugene Morton (Stanley Tucci), chiamato ad affiancare lo sceriffo locale Dan Anderssen (Richard Dormer), fino ad allora impegnato al massimo in attività di soccorso tra i ghiacci, che non gradisce particolarmente questa intrusione. Da allora è un succedersi di sospetti incrociati, intrighi sentimentali, sciami di vespe velenose, accadimenti sovrannaturali, ritrovamenti archeologici e scheletri che riemergono dalle nevi…

Venduta in 170 paesi tra cui gli Stati Uniti, vincitrice di diversi premi internazionali, la serie creata da Simon Donald (che ha firmato per Channel 4 il pluripremiato drama tv Low Winter Sun), è tornata in onda venerdì scorso 27 gennaio, per la sua seconda stagione, in contemporanea in cinque paesi: Regno Unito, Germania, Irlanda, Austria e Italia (su Sky Atlantic).

Anche questa seconda stagione è ambientata nel Circolo Polare Artico ed è stata girata in Islanda e nel Regno Unito diventando la produzione inglese più costosa della storia della tv, con un budget di ben 25 milioni di sterline. Nel cast spicca la star americana Dennis Quaid nel ruolo di un pescatore in cerca del famoso Granchio Gigante. Accanto a lui, oltre ai protagonisti Sofie Grabol (la governatrice) e Richard Dormer (lo sceriffo), ci sono alcune novità come Parminder Nagra (E.R. – Medici in prima linea), Michelle Fairley (Il trono di spade) e Ken Stott (The Missing).

“Invece di optare per un nuovo inizio, in cui tutti i personaggi fossero ripuliti e tirati a lucido pronti ad affrontare una nuova avventura, abbiamo cercato il momento giusto per inserirci in una storia che aveva ancora molte conseguenze irrisolte in gioco”, ha dichiarato il creatore della serie Simon Donald. “Volevamo affrontare i misteri che erano emersi e si erano andati alimentando nella prima stagione. Lo scompiglio creato dai parassiti è andato a placarsi, ma le sue ripercussioni continuano a straziare diversi personaggi”.

Nella prima puntata, la sensazione è che ci sia meno suspence e più approfondimento psicologico. Avendo amato la prima stagione, attendiamo con curiosità le prossime puntate.

Luigi Sardiello

I Legnanesi “I Colombo…. Viaggiatori”

L’ultimo spettacolo dei “I Legnanesi” non tradisce le aspettative di pubblico con il tutto esaurito per l’intero programma 2016/2017. Da quando ci fu l’esordio negli oratori di provincia della compagnia capeggiata dai Musazzi ad oggi un crescendo di successi.

I LEGNANESI nacquero, quasi per scherzo, all’oratorio di Legnarello a Legnano nel 1949, su idea di Felice Musazzi, costretto, da una disposizione del Cardinale Schuster che vietava le rappresentazioni teatrali promiscue, a far interpretare i ruoli femminili da uomini travestiti: da qui ha origine la composizione esclusivamente maschile della Compagnia.

Mantenere viva la voglia di vederli o rivederli in uno spazio oramai  di molti decenni è un’impresa oserei dire unica, il fascino della vecchia Milano (quella dei cortili) la famiglia Colombo, con la Teresa, Mabilia e il mitico e tartassato Giovanni accompagnati da parenti vicini e lontani, amici del nord e del sud, rappresentanti del clero e delle istituzioni (assessori, vigili urbani e ogni altra sorta di enti dello stato) rendono ogni spettacolo unico, ma allo stesso tempo vario e variopinto con i vestiti di scena sempre  più spettacolari.

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Teresa (matrona plebea) donna di cortile, sempre presente, che rispecchia i “povercrist”, alle prese ogni giorno con rivalità di ringhiera, i torti sul lavoro o tra vicini, le difficoltà economiche e le preoccupazioni per la figlia ultra maggiorenne ancora da mantenere (cosa tipica anche nei nostri giorni, guarda un po’).

Mabilia, la figlia zitella, incarna il cliché di un certo mondo femminile di massa, dove l’apparenza è l’unica cosa importante, sempre al di sopra delle sue possibilità, che sogna di emergere e di diventare una soubrette (stereotipo sempre dei nostri giorni…guarda un po’).

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Unico uomo del cortile, Giovanni è un personaggio di poche parole, capace di restare in scena senza aprire bocca, giocando solo sulla mimica facciale e sulla camminata incerta tipica di chi ha alzato troppo il gomito (oramai un mito dei personaggi che incarnano i Colombo).

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Tutto ciò è cultura popolare, portare in scena le storie, i costumi e le tradizioni lombarde le fanno  apprezzare anche fuori dai confini regionali, facendoci ricordare che la famiglia, il lavoro, la crisi economica, i rapporti di vicinato e la nostra classe politica non è poi cambiato molto e i riferimenti sono purtroppo sempre attuali. La prova di tanto successo sono le vendite di dvd (distribuiti da Dna srl ) che oramai in proporzione, superano quelli dei prodotti d’oltre oceano, con budget stratosferici.