Coproduzioni: forse non tutti sanno che…

La convenzione europea sulle coproduzioni cinematografiche è stata sottoposta ad una revisione ed una delle novità più importanti è che è stata estesa anche a paesi extra europei con tutti i vantaggi del caso che non sono solo finanziari ma anche commerciali e non ultimi culturali. A parte Kosovo e Bielorussia a tutti i paesi limitrofi al vecchio continente come la Turchia e gli stati caucasici è stato riconosciuto lo status di coproduttori eleggibili.

L’opera di revisione è cominciata nel 2011 incominciando con un sondaggio dello studio inglese Olsberg SPI e si è conclusa all’inizio di quest’anno con la redazione del nuovo testo portata a termine da un comitato di 15 esperti nominati dai 43 stati membri. L’adozione della nuova convenzione da parte del Consiglio di Europa si è perfezionata con la firma del testo modificato avvenuta il 30 gennaio nell’ambito della 46^ edizione del Festival Internazionale di Rotterdam.

Un momento della firma del nuovo documento al festival Internazionale di Rotterdam

A seguito della revisione sono variate le quote minime e massime di partecipazione finanziaria che passano rispettivamente dal 10% al 5% e dal 70% al 80%. Anche nel caso di un produzione di sue soli paesi le percentuali variano dal 80%-20% al 90%-10%. Mentre rimane invariata la quota massima del 30% in un progetto comunitario di un produttore di un paese estraneo alla convenzione (a patto che però i produttori di stati membri siano almeno 2).

Tra partecipazione finanziaria pura e titolarità dei diritti derivanti dall’opera c’è sempre stata la possibilità di un disallineamento che rispecchia la differenza tra un produttore che profonde in un film anche il lavoro tecnico ed artistico ed un soggetto che invece si limita al mero aspetto finanziario. In questi casi è previsto che la partecipazione del finanziatore puro non posa eccedere il 25% dell’investimento ed il medesimo non possa detenere meno del 10% della proprietà dei diritti.

Per evitare poi che la formulazione attuale della convenzione diventi presto obsoleta a causa delle spinte tecnologiche, è stato assegnato al Board of Management del fondo  Eurimages la funzione di monitoraggio e tutoraggio della convenzione, incoraggiando lo scambio tra i paesi firmatari e fornendo consigli sull’applicazione pratica delle norme oltre che recependo dai singoli stati membri richieste di emendamento alla Convenzione.

Tutto bene quindi? Purtroppo no poiché solo 10 stati, tra cui l’Italia, hanno ratificato il trattato e sino a che non avranno firmato tutti resta in vigore il testo della Convenzione pre revisione.