Danza Macabra, premio importante per l’horror girato a Pegli
Il Terra di Siena International Film Festival è un festival cinematografico dedicato al cinema sociale e politico, che si svolge nella città del Palio, tra la fine di settembre e ottobre. Direttore artistico è Antonio Flamini.
Terra di Siena Film Festival che da 21 anni, insieme alle Istituzioni e agli sponsor, porta il grande cinema nel nostro territorio facendone vivere appieno tutte le sue emozioni.
Per questo motivo il Terra di Siena Film Festival ha ricevuto anche quest’anno il prestigioso riconoscimento Unesco, cinema, arte e letteratura, grazie alla sinergia con L’Università per Stranieri e Opera Civita, faranno parte di un nuovo e originale progetto culturale teso allo sviluppo di un promettente percorso.
Importante riconoscimento per il film horror “Danza Macabra” interamente girato a Pegli con la regia di Ildo Brizi.
La pellicola, infatti, si è aggiudicata il premio come miglior film di genere al XXI Terra di Siena International Film Festival, kermesse del cinema indipendente italiano ed internazionale.
La distribuzione italiana e internazionale è stata affidata alla 3O Holding srl
titanica produzione di Europa di Luc Besson e sostenuta dagli investimenti cinesi di Fundamental Film che ha apportato ben 50 milioni di dollari degli oltre 200 milioni di cui si compone l’intero progetto. Il budget è ciclopico e nessuno se lo è rubato con il risultato che i soldi sono tutti lì nel film, ricco di effetti, scenografie ed un orgia di creature aliene la cui varietà non è mai stata raggiunta neppure da George Lucas. Fallita Relativity Media il film è uscito negli Stati Uniti con STX Entertainment, una giovane società che un film così grosso non l’aveva mai distribuito. In Italia la distribuzione è di Leone Film Group di Andrea Leone, un imprenditore che grazie all’incolpevole circostanza di essere nato dopo il proprio padre può aggiungere ai propri talenti dei capitali sufficienti per maneggiare un colossal del genere.
La storia è tratta da una serie di fumetti conosciuta come Valérian e Laureline agenti spazio-temporali creati negli anni sessanta dallo scrittore Pierre Christin ed il disegnatore Jean-Claude Mézières. I fumetti avevano la caratteristica di trattare temi sociali ed ecologici che si ritrovano nella narrazione di Besson che ha scritto e diretto il film. La notorietà dei personaggi è troppo limitata alla Francia per incontrare un gusto internazionale e forse anche per questo i risultati al botteghino non sono entusiasmanti. per il pubblico italiano ma anche americano il nome Valerian non dice poi molto e non è quindi spendibile con la stessa efficacia di Spiderman. Il plot poi non restituisce quel senso di avventure per adulti che hanno i 21 volumi della serie a fumetti, ma si definisce come un film fantastico per bambini. In questo genere Besson eccelle ed impone una sospensione del giudizio sulle ingenuità della trama e la leggerezza dei personaggi principali, per concentrarsi sulle magnifiche ambientazioni ed il susseguirsi di azione farcita da effetti visivi abbondanti e ben fatti.
In un pianeta lontano chiamato Mul, bagnato da oceani dove si affacciano spiagge bianchissime, una razza aliena vive in comunione con la natura grazie ad un animaletto, chiamato trasmutatore, che moltiplica all’infinito tutto ciò che mangia. Una routine idilliaca che viene interrotta da una catastrofe che distrugge tutto quanto con l’eccezione di pochi superstiti ed un unico animaletto custodito dalla federazione dei mille mondi. I due agenti spaio temporali dovranno dipanare un mistero che minaccia la democrazia della federazione, proteggere il prezioso animaletto e restituire un futuro alla razza pacifica ma quasi estinta.
Nel futuro i gradi dell’esercito si sono un po’ incartati e mentre Valerian è maggiore con due stellette sul bavero, Laurelin che è solo sergente ne ha soltanto una, ma ciò non le impedisce di togliere la scena a Dane De Haan che ben contento di essere promosso da goblin a protagonista si è visto sorpassare dall’elfica modella che in “Suicide Squad” , non potendo rivaleggiare con la Margot Robbins né nelle forme esteriori così come neppure nello spessore attoriale, era finita un po’ in fondo ai titoli di coda. Ma non è colpa di De Haan e neppure merito di Cara Delevingne , sempre rigida ed algida come una mannequin (forse un po’ aliena con quelle sopracciglia da Tiberio Murgia), quanto della sceneggiatura di Besson, che ha sempre avuto il debole per figure femminili forti sin dai tempi de “Il quinto elemento”. Non è un caso che un o dei personaggi più riusciti del film sia infatti quello di un mutaforma di nome Bubble, interpretato da Rihanna, che tra un numero di burlesque e tentativi di seduzione, ci fa affezionare e ci ricorda che le cantanti sanno anche prodursi in oneste prove di recitazione.
Qualche soldo del budget si poteva risparmiare dall’ingaggio di Clive Owen che per il ruolo assegnato, il super gallonato comandante della federazione, appare sovradimensionato e francamente anche un po’ fuori luogo, ma si sa che il cartellone e le vendite hanno le loro esigenze. C’è cosi poca fantascienza hard core che quanto di buono c’è in questo film ne incoraggia di certo la visione, ma per gli appassionati è giusto precisare che si tratta solo un gap filler in attesa di “Blade Runner 2046″.
Rakib, un giovane ragazzo indonesiano, diventa assistente di Purna, ex generale del regime in pensione. Quando Purna inizia una campagna elettorale per essere eletto sindaco, Rakib si lega all’uomo, diventato per lui mentore e figura paterna. Un giorno, però, un manifesto elettorale di Purna viene trovato vandalizzato: un gesto che avrà conseguenze inimmaginabili per entrambi. Con un ritratto intimo di due generazioni che vivono sotto lo stesso tetto, il regista Makbul Mubarak ripercorre un doloroso periodo storico della sua nazione con un thriller intenso, che presenta forti risonanze con la contemporaneità ed una forte universalità del tema della lealtà e della vicinanza al potere.
In occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio) ci sembra opportuno segnalarvi una selezione di film nel nostro catalogo che sono stati fondamentali nel racconto di ciò che è successo durante gli anni della dittatura nazista: dai film di propaganda ai documentari, dalle prime opere realizzate nella Germania Est al cinema hollywoodiano, per conoscere il ruolo fondamentale della settima arte nella storia, nonché importante strumento di conoscenza.
Nelle sezione “Guerra” sul nostro sito potrete quindi trovare capolavori come “I figli di Hitler”, un’aspra critica del regista Edward Dmytryk sull’educazione hitleriana, al vincitore del Festival di Locarno “Rotation” e il film perduto della propaganda nazista “Das Ghetto”.
L’associazione e compagnia teatrale le Muse Impenitenti, Marinetta Martucci e Arianna Villamaina, due attrici potentine, tornano a calcare il palcoscenico con una nuova esilarante ed originalissima commedia: Come lo zucchero per il caffè – ‘‘O Teatro è ‘o paese d’ ’o vero. Una commedia divertente e con performance di danza fuori le righe, che ci trasporta in un musical vero e proprio per poi allietare il pubblico con una sorpresa golosa. Lo spettacolo è un contenitore di arte a tutti gli effetti ed è un inno alle mille sfaccettature che in essa sopravvivono.