Bob & Marys – Criminali a domicilio

Regia di Francesco Prisco.
Un film con Rocco Papaleo, Laura Morante, Massimiliano Gallo, Giovanni Esposito, Simona Tabasco.

Una toscana (Laura Morante) e un lucano ( Rocco Papaleo) con curricula attoriali di grande rispetto,
in un contesto (campano) che non riescono a rappresentare.
Facendo il verso alla famiglia di fantozziana memoria, (meno male che la figlia non è brutta e imbranata come Mariangela)


sono due personaggi un po’ “sfigati”, bistrattato nel lavoro di istruttore di scuola guida Lui e operatrice volontaria Lei.
Dimenticati i sussulti di quando erano giovani e con una vita da piccoli borghesi, dopo trent’anni di piatta vita coniugale
vengono alle prese con piccoli camorristi che non incutono timore ma ilarità.


Una commedia che non ha l’imprinting della comicità né del dramma sociale.
Mancano le battute, la satira e se non bastasse il finale è alquanto scontato e prevedibile.

Giovanni De Santis
Al cinema dal 5 Aprile

Escobar- il fascino del male

Diretto da Fernando León De Aranoa
Un film con Javier Bardem, Penélope Cruz, Peter Sarsgaard, Julieth Restrepo, David Valencia.

Escobar – il fascino del male, ovvero l’ultimo film sul famoso narcotrafficante colombiano, è narrato da una donna, Virginia Vallejo (interpretata da Penelope Cruz), nota giornalista televisiva che fu amante di Escobar e collaborò alla sua cattura. Virginia conosce Pablo nel momento di notorietà massima del narcotrafficante: forte della sua strategia nota come “plata o plomo” (soldi o piombo), Escobar non aveva difficoltà a togliere di mezzo chiunque intralciasse il suo cammino, lasciando alla vittima la decisione se lasciarsi corrompere dal denaro o farsi uccidere.


Il film non manca di descrivere i rapporti con gli altri cartelli colombiani, la sudditanza dei poveri di Medellin a Pablo, la breve carriera politica di Escobar, la guerra intrapresa contro lo stato della Colombia, il feroce contrasto ai narcos da parte degli Stati Uniti fino all’epilogo, con la morte del narcotrafficante nel dicembre 1993.
Javier Bardem ci offre una prova d’attore straordinaria, Penélope Cruz è convincente nel tratteggiare la parabola di una donna, prima affascinata e poi terrorizzata dalle conseguenze


che questa relazione ebbe sulla sua vita (Virginia Vallejo venne licenziata dalla sua emittente televisiva, isolata da tutti e minacciata di morte).
Il limite del film è di mitizzare eccessivamente una figura di criminale, già abbondantemente sotto i riflettori (ricordiamo, tra gli altri, Sotto il segno del pericolo, Escobar con Benicio del Toro e la serie televisiva Narcos di Netflix).

Distribuito da Notorius Pictures, Escobar sarà al cinema dal prossimo 19 aprile.

Sabrina Dolcini

David di Donatello 2018

Il David è’ l’espressione più significativa di quello che è il cineama italiano: ipocrita , inutile e di sinistra.
I premi assegnati da una giuria tanto estesa quanto fantasma non sono verificabili, in quanto Rondi aveva fatto in modo da impedire qualunque indagine.

Piera De Tassis Presidente e Direttore artistico della Fondazione Daivd di Donatello

L’auto compiacimento e la piaggeria sono l’humus di questa manifestazione che ora la De Tassis presenta come fosse il Presidente della repubblica , con tono vibrante e commosso. I film sono quelli di una stagione disastrosa e il premio a Montaldo , per ringraziarlo di non aver rotto le scatole per la presidenza del premio, è stato anche un invito a non fare più il regista.

Giuliano Montaldo premiato come attore da Stefania Sandrelli

Il fatto poi di premiare film usciti in sala ormai da tempo toglie molto valore al premio che rimane una medaglietta per gli attori (salvo Montaldo) e per qualche tecnico. Notevole invece è la prosopopea che accompagna ogni annuncio e ogni designazione, come se non fosse chiaro a tutti il degrado cinematografico e la esplicita sopravvalutazione del prodotto audiovisivo.

Carlo Conti

I David trasmessi su Rai uno con la presenza istituzionale di Carlo Conti che aggiunge malinconia alle immagini , sono una tortura che i telespettatori non meritano.

 

Michele Lo Foco