Cinecittà Crime

La vicenda di Cinecittà si arricchisce di un ulteriore elemento sospetto, in quanto la procura di Bari, tramite le intercettazioni della Guardia di Finanza, ha scoperto che BNL grazie al lavoro del dirigente Pignataro, in sette ore ha concesso a Cinecittà Studios un finanziamento di quindici milioni di euro per consentire allo stesso Abete di cedere l’azienda allo Stato.

Luigi Abete

Bisogna riconoscere che ormai in Italia è tutto possibile ad alcuni personaggi, e che non c’è alcuna remora, né vergogna, né paura, ad attuare macchinazioni di palese illeicità, quasi che l’impunità sia un dato acquisito.

Barbora Bobulova e Gaetano Blandini

La storia di cinecittà è stata ben descritta da Report, in una puntata storica, ed è stato ben spiegato che tramite il colpevole operato di Gaetano Blandini l’azienda teatri di posa fu ceduta agli imprenditori guidati da Abete al grido di: basta baracconi di Stato, arrivano i privati che risolveranno il problema. I sindacati, corrotti, si guardarono bene dal fiatare e Abete divenne finalmente il capo di un monopolio di studi che comprendeva anche l’ex DinoCittà.

Cinecittà World

Fu l’inizio del disastro. Da quel momento fino a ieri l’operazione ha portato solo altri debiti, incuria, abbandono, il tutto mascherato da mediocri operazioni di facciata tipo il museo. Il risultato è che Abete, carico di debiti, ha cercato di scaricare di nuovo la patata bollente allo Stato al grido inverso di: finalmente lo Stato torna a guidare gli stabilimenti, abbasso i privati.

 

Ed eccoci alla Procura di Bari e alla BNL. A ben guardare tutte queste operazioni sono state truffaldine, dalla prima all’ultima, ma il dato più rilevante è che questo scaricabarile non ha avuto mai una logica industriale, è stato solo un pasticciaccio all’italiana che non ha visto ancora il vero epilogo, perché mi faccio profeta di sventure, lo Stato riuscirà a perdere decine di milioni di Euro.

 

Michele Lo foco

La casa sul mare (La Villa)

REGIA: Robert Guédiguian
Cast: Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Jacques Boudet, Anaïs Demoustier, Robinson Stévenin

Se c’è un cinema capace di amalgamare il neorealismo con poesia e amore, questo è – da sempre – quello di Robert Guédiguian. In questo caso, il gioco è quello tra un amore impossibile per una differenza di età e quello possibile proprio per una differenza d’età.
Guédiguian non ha bisogno di grandi location, non va alla ricerca di luoghi esotici né di metropoli affollate e magniloquenti. La sua “casa sul mare” necessita solo di un piccolo porto in una amena località del sud della Francia, la macchia mediterranea con il suo mare non ha rivali ed è, come vogliono i nostri giorni, a “KM zero”.

Il suo è un cinema che esalta i valori etici, tradizionali e di solidarietà, capace di calare Eros e Thanatos, il dramma e l’allegria in situazioni terribilmente attuali.
Il treno che passa su un altissimo ponte sopra le teste dei protagonisti è la metafora di un viaggio perpetuo che porta ad affrontare la nostra vita o… una nuova vita.

l
I dialoghi e i temi trattati rendono il film piacevole e appassionante, tanto da avergli fatto guadagnare la designazione di
”Film della Critica” dal SNCCI – Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani.
Un nota curiosa da evidenziare: per una volta, le poche macchine usate non sono di marca francese. I tempi della globalizzazione avanzano.
Assolutamente da non perdere.
Al cinema dal 12 Aprile