Una volta tanto, e capisco che non sia usuale viste le egemonie del settore, è bene parlare di un operatore dello spettacolo che da decenni svolge il suo ruolo senza enfasi ma con molta capacità e che solo ultimamente ha potuto esprimersi al meglio: si chiama Giancarlo Di Gregorio, ed è il capo ufficio stampa di Cinecittà.
Ha attraversato con fatica, ma anche con la serenità che lo contraddistingue, tutte le fasi dell’azienda-baraccone statale/privata/statale… continuando a mettere il carro dietro ai buoi secondo i voleri di quei singolari personaggi che la politica ha voluto a capo di Cinecittà e che ne hanno decretato la decadenza anno dopo anno.
Ma Giancarlo Di Gregorio non si è lasciato intimorire, e non si è neppure depresso, cosciente del fatto che il suo lavoro andava comunque portato avanti, con o senza soldi, con o senza indirizzi, con la serietà di sempre.
Gli ultimi anni gli hanno dato ragione e possiamo dire con assoluta sicurezza che lo stand dell’italiota Cinecittà è il più bello del festival di Cannes, quasi una tappa obbligata anche per gli stranieri che pur non avendo nessun interesse per i film nazionali, come dar loro torto, vengono a vedere quale nuova soluzione ha trovato Di Gregorio per nobilitare quelle stanze dell’hotel Majestic che una saggia decisione ha riservato al nostro paese.
Cannes è in declino, ma almeno grazie a Giancarlo Di Gregorio, il nostro paese riesce ad esistere nella più importante vetrina internazionale con un elemento architettonico di fantasia che anni addietro sarebbe stato impensabile.
L’Italia ha invidiato in molte occasioni la Francia per lo sfarzo delle sue istallazioni: oggi siamo invidiati per la nostra capacità innovativa, per la modernità delle strutture e per le atmosfere. Qualora mai i nostri film riprendessero quota, a Cannes l’unione del prodotto e della sua culla sarà il segno della rinascita.
Michele Lo Foco