Per una definizione
«The term Antichrist, meaningful and
precise in another age, is succeeded by
coinages multiplying out of denial
antimatter, antiplay, anti-utopia, anti-
Americanism, and finally antihero, a
concept, as it happens, far closer to Christ
than to his enemy».
Ihab Hassan, The Antihero in Modern British and American Fiction
Nel panorama contemporaneo della complex television, le serie tv hanno rigenerato le proprie narrazioni ripensando dalle fondamenta i personaggi che si muovono nel loro “spazio di comunicazione” (R. Odin).
In parallelo alla continua stratificazione delle trame – riflesso del mondo in cui viviamo –, sono venute definendosi nuove figure, difficili, tormentate, tridimensionali – se paragonate alle bidimensionalità manichea di quelle appartenenti a generazioni precedenti – che prendono il nome di antieroe.
Le definizioni sono molteplici, ma, all’interno di un nuovo modo di concepire la serialità e le logiche produttive (J. Mittell), è possibile descriverlo come quel personaggio che stravolge completamente le caratteristiche sedimentatesi nei secoli nel toposdell’eroe (altruismo, coraggio, sacrificio di sé, etc.).
Il palinsesto televisivo odierno è ricco di modelli antieroici maschili – si pensi, ad esempio, al Frank Underwood di House of Cards (2012-in onda) –; al contrario, le antieroine scarseggiano, ma tra i rari casi che i serialcontemporanei propongono – si veda Donna Imma di Gomorra (2014-in onda) – uno dei più interessanti è certamente quello di Nora Durst di The Leftovers (2014-2017).
Del dolore e di altre pene: Nora e il ricordo che non svanisce
«Sono preso da due sentimenti: desidero andarmene (cupio dissolvi) ed essere col Cristo, e sarebbe preferibile, ma continuare a vivere nella carne è più necessario…».
Lettera ai Filippesi 1, 23-24.
Il 14 ottobre del 2011, il 2% dell’intera popolazione mondiale svanisce nel nulla, senza spiegazioni.
È da questa semplice, per quanto geniale, intuizione che si avvia il motore narrativo di The Leftovers. Adattamento per il piccolo schermo (HBO) dello sceneggiatore di culto Damon Lindelof (Lost) – dal romanzo Svaniti nel nulla– The Leftovers (2012) di Tom Perrotta –, il serial statunitense racconta le vicende dei cittadini di Mapleton (New York) a tre anni di distanza dalla “Dipartita”, la scomparsa di 140 milioni di persone. Il programma si concentra su alcuni personaggi chiave, attraverso i quali viene mostrato il tentativo dell’umanità di superare un trauma dalle cause inspiegabili.
Tra dil loro Nora Durst, sorella del reverendo Matt Jamison e futura compagna del protagonista Kevin Garvey, che ha visto (letteralmente) l’intera famiglia dissolversi nei tragici eventi del 14 ottobre.
Inizialmente, il personaggio interpretato da Carrie Coon – Gone Girl – L’amore bugiardo (2014) e The Post (2017) – svolge un ruolo secondario nella vicenda. Infatti, nel primo episodio della stagione inaugurale (Pilota) viene presenta solo di riflesso: alla cerimonia dell’Heros Day, mentre i Colpevoli Sopravvissuti scatenano il panico tra la folla, Nora è colta solo di sfuggita mentre sale sul palco per commemorare i propri cari.
Con il passare del tempo, però, l’ex-segretaria del sindaco acquisisce un’importanza fondamentale.
A partire dal sesto episodio (S1: Ospite), i riflettori sono puntati su di lei. Da quel momento, il pubblico ha la possibilità di comprendere alcuni comportamenti ambigui, che fino ad allora erano avvolti nel mistero – il perché, per esempio, porti una pistola nella borsetta o il motivo delle sue crisi di pianto. Soprattutto, è solo dopo la sesta puntata che cominciamo a dare un senso ai suoi istinti autodistruttivi – come il piacere “mortale” nel farsi sparare al petto da una prostituta –, a quella inestinguibile e dolorosa cupio dissolvi scaturita dall’annosa ricerca delle cause della Dipartita, condotta masochistica con cui cerca di espiare il senso di colpa verso i propri figli.
Nora, in definitiva, è una mater dolorosa che inizia la sua avventura come semplice personaggio di supporto (alle vicende principali), ma, episodio dopo episodio, diviene la protagonista: prima, semplice sparring partner narrativo (1astagione), poi, main character (2astagione) e, infine, fulcro dell’intero racconto – 3a stagione, con il parossistico finale (Il libro di Nora).
Alessio Romagnoli