La Festa di Roma nacque dalla mente creativa di Veltroni e Bettini (allora ottavo Re di Roma) con l’intento ufficiale di dotare la Capitale di una vera occasione di spettacolo e l’intento ufficioso di costruire un imponente veicolo elettorale, capace di rendere denaro e simpatie. Il tradimento a Venezia fu compiuto con l’ausilio dell’allora Presidente della Biennale, l’unico inimitabile indossatore delegato, Croff, che non esitò a sposare la tesi di Veltroni al punto da entrare nel board di Roma.
Quell’iniziativa costò più di venti milioni di euro e questa cifra può essere meglio compresa se pensiamo che oggi la stessa festa di Roma costa tre milioni e seicentomila euro.
Dopo Veltroni fu la volta di Rondi, che conoscendo solo la formula tradizionale, trasformò la Festa in Festival, con tanto di tappeto rosso e una sotterranea voglia di imitare Cannes e schiacciare Venezia.
Ma come tutti sanno, i festival nelle capitali non funzionano mai perfettamente, soprattutto se non sono sorretti da un mercato. Tentai di spiegarlo ad Alemanno, che del Festival se ne fregava allegramente, mentre l’arrivo di Muller voluto dalla Polverini e totalmente inadatto aumentò la frenesia della gara, visto che veniva direttamente da Venezia e pertanto voleva dimostrare la sua valenza. Allora il Festival era arrivato a costare seimilioni e mezzo di euro, e le crepe erano già evidenti.
La Presidenza Ferrari, cauta e neutra, seguì il ritorno alla Festa, mentre le forze di sinistra premevano da ogni lato per mettere in difficoltà il Consiglio. Oggi assistiamo ad una festa ridotta al minimo: gli sponsor sono scappati, la Camera di Commercio anche, gli ospiti sono pochi e l’ambiente è più simile ad una Festa dell’Unità che ad una manifestazione col cravattino.
I film sono fragili, stenterelli e già visti. Monda, con fare sussiegoso, li fa calare dall’alto, e il cantante Agnelli, quello con l’improbabile pettinatura da ragazza ritrosa, riesce ad essere, nel deserto complessivo, una presenza di rilievo: se non sfioriamo il ridicolo poco ci manca.
Così vanno le cose quando si vuole creare un evento forzando gli eventi: quanto reggerà la Festa di Roma agli attacchi di chi chiede al Comune di spendere i soldi in opere buone o nella copertura delle buche invece di ospitare qualche sconosciuto attore americano?
Michele Lo Foco