“Bohemian Rhapsody” è l’ultima fatica (incompiuta) di Bryan Singer, il regista sempre a suo agio sia che si tratti degli X-Men e sia che si parli del conte Claus Schenk Von Stauffenberg, è stato licenziato dalla 20th Century Fox ad appena due settimane dalla fine delle riprese a causa della conflittualità insorta con il protagonista. (Graham King, il produttore ha dichiarato in un ‘intervista ad Empire Magazine “Bryan aveva sue questioni personali e noi dovevamo finire il film”). L’opera non è propriamente una biografia in quanto, anche se la figura di Freddy Mercury tracima in ogni scena, la storia riguarda i primi quindici anni d’ascesa del gruppo rock dei Queen, dalla loro formazione nel 1970 fino al concerto Live Aid del 1985.
Mi domando come sia possibile che alcuni critici abbiano giudicato mediocre il film Bohamian Rapsody , quando tutti gli spettatori sono usciti entusiasti e commossi.
UNA SIGNORA MI HA CONFESSATO DI AVERLO VISTO TRE VOLTE!!!
io non sono entrato convinto di vedere un capolavoro , anzi sono stato sollecitato da una mia amica , ma sono uscito convinto che quello che avevo visto mi aveva riconciliato con il cinema .
la distanza che separa spettatore e critica e’ in questo caso spaventosa: il film e’ ben narrato, gli attori straordinari ( non è un particolare che la più lungimirante giuria dei Golden Globe abbia assegnato a Rami Malek il premio come miglior attore in un film drammatico), le scene perfette, la musica trascinante, i riferimenti sessuali eleganti e discreti, che altro dire!!!!!
Sembra che la critica voglia lanciare un messaggio a tutti ….voi siete bonaccioni e sempliciotti…ma noi si che comprendiamo lo stile filmico!
Risultato :il film ha incassato quasi ventimilioni di euro, ed e’ il vincitore assoluto della stagione.
A che serve la critica se loda solo i film incomprensibili o noiosi che non incassano una lira?
Oppure , cerchiamo di essere piu’ cattivi, che c’e’ di male a parlar bene di un film che piace a tutti? AVETE FORSE PAURA DI ESSERE CONSIDERATI SPETTATORI QUALUNQUE?
Un consiglio: andate a rivedere il film che a voi e’ sembrato uguale ad un cinepanettone , magari con i vostri figli, e fate un atto di pentimento.
Rakib, un giovane ragazzo indonesiano, diventa assistente di Purna, ex generale del regime in pensione. Quando Purna inizia una campagna elettorale per essere eletto sindaco, Rakib si lega all’uomo, diventato per lui mentore e figura paterna. Un giorno, però, un manifesto elettorale di Purna viene trovato vandalizzato: un gesto che avrà conseguenze inimmaginabili per entrambi. Con un ritratto intimo di due generazioni che vivono sotto lo stesso tetto, il regista Makbul Mubarak ripercorre un doloroso periodo storico della sua nazione con un thriller intenso, che presenta forti risonanze con la contemporaneità ed una forte universalità del tema della lealtà e della vicinanza al potere.
In occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio) ci sembra opportuno segnalarvi una selezione di film nel nostro catalogo che sono stati fondamentali nel racconto di ciò che è successo durante gli anni della dittatura nazista: dai film di propaganda ai documentari, dalle prime opere realizzate nella Germania Est al cinema hollywoodiano, per conoscere il ruolo fondamentale della settima arte nella storia, nonché importante strumento di conoscenza.
Nelle sezione “Guerra” sul nostro sito potrete quindi trovare capolavori come “I figli di Hitler”, un’aspra critica del regista Edward Dmytryk sull’educazione hitleriana, al vincitore del Festival di Locarno “Rotation” e il film perduto della propaganda nazista “Das Ghetto”.
L’associazione e compagnia teatrale le Muse Impenitenti, Marinetta Martucci e Arianna Villamaina, due attrici potentine, tornano a calcare il palcoscenico con una nuova esilarante ed originalissima commedia: Come lo zucchero per il caffè – ‘‘O Teatro è ‘o paese d’ ’o vero. Una commedia divertente e con performance di danza fuori le righe, che ci trasporta in un musical vero e proprio per poi allietare il pubblico con una sorpresa golosa. Lo spettacolo è un contenitore di arte a tutti gli effetti ed è un inno alle mille sfaccettature che in essa sopravvivono.