Cast: Dorian YOHOO (Mona) – Anis SALHI (Said) – Hacene KERKACHE (Djaffar) Kobe Alix HERMANN (Cedric) – Rebecca YOHOO (madre).
Sceneggiatura, montaggio e Regia di: Rachid BENHADJ
Cinematografia: Karim BENHADJ – Musica: Said BOUCHELOUCHE
Cantante: Tetty TEZANO
Produttori:
NOUR FILM (Algeria) – LASER FILM (Italia)
Distributore internazionale 3OHolding
FILMOGRAFIA
Rachid BENHADJ è nato ad Algeri (Algeria), si è laureato in architettura e poi in regia a Parigi (Francia). Ha diretto diversi lungometraggi con grandi attori: Gérard Depardieu, Vanessa Redgrave, Said Taghmaoui, Franco Nero e il direttore della fotografia Vittorio Storaro.
In anteprima mondiale dal 15 Giugno, disponibile in streaming, in esclusiva su queste piattaforme:
Amazon Prime video, Vativision, Chili cinema, www.e-cinema.it
Diretto dal regista algerino Rachid Benhadj, Matares è la storia della piccola Mona, di otto anni, che dalla Costa d’Avorio ha raggiunto l’Algeria con la sua famiglia. Il padre è riuscito a varcare il Mediterraneo per dare a moglie e figlia almeno una sopravvivenza, in attesa di essere raggiunto. Mona, che è cristiana, per raccogliere il denaro vende fiori ai turisti, che non mancano nella zona di Matares. L’incontro con Said un bambino algerino è l’inizio di un percorso di odio e amore, fatto di innocenza e pregiudizi, di intolleranze culturali e religiose, di amicizia e sincerità.
Già dalle prime immagini del film è evidente la magnificenza della fotografia, che esalta il territorio Algerino nei suoi più intimi angoli. Affidare una sceneggiatura di così grande portata storico/sociale a due bambini Mona e Said, è stata una scelta coraggiosa ma efficacissima. Raccontare la povertà, il dolore, le difficoltà di un popolo con gli occhi dell’innocenza, ha donato al film una dolce ferocia che arriva fino in fondo all’anima anche di chi come noi, quella realtà può soltanto immaginarla.
Le prime parole sono di Mona, voce fuori campo sono: “C’era una volta un uomo che si chiamava Adamo. Lui ed Eva vivevano in paradiso, avevano tutto ciò che desideravano, ma un giorno fece una stupidaggine bella grossa. Credo che avesse rubato una mela. Quando dio venne a saperlo si arrabbiò e cacciò entrambi dal paradiso. Sulla terra la vita non era facile. Adamo ed Eva dovevano lavorare per poter vivere. Ma un giorno Adamo fu costretto a lasciare la sua Africa, sua moglie e anche i suoi bambini. Andò altrove per trovare qualcosa da mangiare. Cercò per interi giorni ma non trovò cibo per la sua famiglia. Decise di riposarsi, dopo di che si rimise in viaggio”. Una metafora che ci accompagnerà per tutta la storia, tenendo per mano i due protagonisti e noi spettatori. Adamo per Mona era un uomo di colore, poiché la fede, l’amore, la speranza portano il volto e il colore di chi le serba in cuore,perché rappresentano la più alta manifestazione dell’Io a cui affidiamo le nostre preghiere. Ma da sempre, in realtà, l’unico colore che unisce le nostre razze, è il rosso sangue.
“Il film si ispira alla storia dei 13mila emigranti africani espulsi dal territorio algerino negli ultimi due anni. La piccola Mona e sua mamma hanno fatto parte di un gruppo di donne e bambini che sono stati espulsi, abbandonati senz’acqua né cibo al sud del Sahara. Tra gli altri rifugiati africani che hanno partecipato a questo film, alcuni hanno pagato con la vita il loro sogno e riposano nel fondo del Mediterraneo. I più fortunati, malgrado abbiano visto la costa italiana, si sono visti rifiutare l’entrata”. Laggiù in Africa, il grande viaggio verso la felicità non è mai stata un’opzione ma una necessità.
Della piccola Mona, dopo le riprese del film, non se ne è saputo più nulla.
Matares rappresenta una potente dicotomia; da un lato, i grandi che sfruttano, puniscono con violenza, impongono politiche e religioni che frammentano la società, dall’altro ci sono i bambini, lo specchio di questo nefasto spettacolo.
Ma se una bambina ivoriana di otto anni è riuscita a dare lezioni di storia, di vita e di bontà al mondo, a questo stesso dovrebbe essere chiaro da che parte iniziare a ruotare! Quella giusta…
Un film ASSOLUTAMENTE da non perdere.
Francesca Bochicchio