Alcuni anni fa, al tempo dell’incidente della nave “Concordia” all’isola del Giglio, scrissi che il comandante Schettino era una schifezza d’uomo.
Purtroppo ce ne sono, non tanti, ma esistono.
Dovrei parlare di spettacolo in questa rubrica, e dal momento che l’argomento più trattato è la guerra, in qualunque canale ci si sintonizzi, approfitto per inserire al vertice della categoria delle schifezze d’uomo lo zar Putin, che è diventato il protagonista del peggior film horror della stagione e vince il premio come peggior regista, peggior attore, peggiore sguardo e peggiore abbigliamento.
Restando in ambito editoriale, perché non oso sfiorare il cotè politico, e rivolgendomi solo all’ estetica del problema, credo che Putin, con la freddezza di una mente ottenebrata dal potere, abbia nel tempo accumulato un forte odio verso l’occidente elegante, sofisticato, evoluto, mentre lui gira ancora con le maniche della giacca a metà mano, con cravatte storiche, con un riportino sul cranio con il quale fa concorrenza alla testa di Berlusconi, e cammina come un gradasso appena uscito da una palestra di pugilato.
Questo complesso di inferiorità, fino ad ora a stento controllato, sta provocando in lui una specie di follia criminale, nella quale la vita non conta nulla, ma conta solo il potere armato e lo scontro, per far capire che l’occidente sofisticato è nulla contro i cannoni e i razzi, e che il grezzo, grossolano Putin se ne fotte della diplomazia e delle buone maniere.
Ma torniamo allo spettacolo: dopo anni di pandemia, di morti, di virologi, ecco le scene che pensavamo relegate al cinema e ai film, le scene di guerra, con carri armati che schiacciano le auto, bombe che colpiscono a caso i palazzi, gente che scappa. Non siamo più capaci di comprendere quale malattia possa provocare questo scenario, e sinceramente pensavamo tutti che l’abisso mentale da cui Hitler era posseduto fosse l’ultimo della storia.
No, non lo è, e la mia classifica delle schifezze d’uomo, ferma a Schettino per il quale provo il più assoluto ribrezzo, si è arricchita di questo personaggio diabolico, che, contro ogni logica, è diventato il protagonista dello spettacolo televisivo, superando Bond e Mission Impossible.
Evidentemente Putin non si diverte più con quello che ha a disposizione, e deve uscire dalla normalità degli strumenti per provare l’emozione dell’omicidio, quella specie di gusto sanguigno che non è sufficiente provare in un filetto ma occorre assaggiare tra gli umani.
La sua non è la “banalità del male” come direbbe la Arent, ma la crudeltà di un uomo banale, cui la vita ha regalato molto e che non si accontenta di sovrastare una nazione.
La sua principale arma è la cattiveria, e a questa ha dedicato un altare, come fece Hitler, il suo maestro.