LAS PUPUSAS

LA PRIMA MINISERIE SALVADOREGNA  AD APPRODARE SU AMAZON PRIME VIDEO

IL REGISTA

Héctor Mojica è un produttore e regista nato a El Salvador. Figlio del famoso percussionista salvadoregno Alonso Mojica, intraprende la carriera musicale come percussionista, seguendo le sue orme del padre. Parallelamente, inizia l’attività di produttore e di conduttore televisivo radiofonico, per canali nazionali e privati. Appassionato di comunicazione, nel 2010, fonda la sua prima società di Marketing e Relazioni Pubbliche, la GM Multimedia. In seguito, fonda la società di produzione audiovisiva Ícono Productions, con la quale ha prodotto e diretto più di 500 lavori, tra spot pubblicitari, videoclip, reportage istituzionali e documentari in El Salvador, Costa Rica, Honduras, Nicaragua, Repubblica Dominicana e Stati Uniti. Attualmente, lavora come produttore per il film “Sueños Illegales” e ha diretto la miniserie “Las Pupusas”, girata tra gli Stati Uniti e El Salvador.

Las Pupusas”, dal nome della specialità gastronomica di El Salvador a base di farina di mais, è una serie tv in arrivo alla fine del mese di marzo su Prime Video, destinata ad essere ricordata come la prima produzione salvadoregna disponibile sulla piattaforma streaming di Amazon. Nata da un’idea originale dell’imprenditore salvadoregno residente negli Stati Uniti, Olen Gutiérrez, è diretta dal regista salvadoregno Héctor Mojica e prodotta dal regista guatemalteco, vincitore di un premio Netflix, Kenneth Müller.

Prepariamoci a scoprire il sapore che ha segnato un intero Paese e la sua storia.

“Las Pupusas” non è solo il racconto di un piatto tipico di El Salvador, ma di un intero popolo. La serie ha per protagonisti i milioni di salvadoregni che vivono nel loro Paese e in tutto il mondo, testimoni fedeli, a qualsiasi latitudine, di un amore incondizionato per la propria cucina tradizionale. Con “Las Pupusas” si entra in un viaggio attraverso il tempo, fino alle origini della civiltà Maya, là dove nacquero i primi “uomini di Mais”. Più di 1.500 anni riassunti in una raccolta di testimonianze, con storie di vita, scienza, tradizione, moda e amore, ma soprattutto con il sorriso di una comunità cresciuta gustando per generazioni una prelibatezza donata dagli dei. Una volta provata una pupusa, non si torna indietro. I salvadoregni sono romantici di natura, attaccati alle proprie tradizioni, innamorati della vita, e chi conosce El Salvador sa che corre il rischio di perdersi tra le braccia accoglienti del suo popolo e le lusinghe del suo cibo. Possono esserci dispute, riconciliazioni, promesse, ma sempre si fa ritorno a ciò che riempie il cuore e la pancia di felicità.

“Las Pupusas” si svilupperà in due stagioni, di due puntate l’una: le prime due sono state girate in El Salvador e negli Stati Uniti, le altre due saranno girate in Europa e presto disponibili.

LA DIREZIONE

Le pillole dell’avv. Lo Foco

Fulvio Abate, con la Sua solita sincerità applicata ad una forma semplice di sociologia, ha messo in risalto quanto Roma sia diventata la tomba della mondanità e del movimento urbano.

Ha perfettamente ragione anche nell’individuare quale custode del cimitero Walter Veltroni, che con le Sue occhiaie, l’aria stanca, e io aggiungo con i Suoi film e documentari, ha contribuito molto al risultato attuale.

Veltroni ha oltretutto fatto scuola, liberando sul territorio i Suoi allievi preferiti,  Melandri, capace di demolire un museo centrale ed avveniristico come il Maxi (che Lei tratta come fosse il Suo salotto di casa),  e Bettini che da dall’antro oscuro del consiglio di amministrazione di Luce Cinecittà prepara l’assalto ai fondi europei. Roma è senza spunti culturali perché nessuno si occupa di cultura; ed è priva di mondanità  perché finita la dolce vita ed il sequel dei playboy si è ritrovata priva di personaggi veri e capaci e piena di gente inutile che non sa fare nulla, nemmeno divertirsi.

Quando l’amministrazione di una città come Roma riesce a massacrare Via Veneto e Piazza di Spagna, quando il Plaza all’angolo di Via Condotti chiude, quando metà dei negozi del centro storico non reggono l’affitto, quando non c’è iniziativa di livello nazionale, quando gli attori famosi evitano la città ed il festival/festa di Roma, vuol dire che la politica non è stata capace di individuare un nome, uno solo, che avesse  a cuore questa città. Gli assessori alla cultura si sono avvicendati uno dopo l’altro e nessuno se  ne ricorda il nome: eppure ai tempi hanno lavorato Battistuzzi, Nicolini, Gatto, gente che aveva idee e carattere, che ha lasciato qualcosa.

La Roma goduriosa è sulle foto di Barillari, che oggi non sa dove sbattere la testa e non può continuare ad immortalare la Federici, con quel Suo sorriso impostato e perenne, perché non interessa a nessuno. A Roma non vengono più nemmeno i personaggi inutili, i vuoti a perdere, i riccastri, le donnine allegre, le pornostar: dobbiamo accontentarci della Boschi, di Salvini, di Sgarbi che talvolta vanno a cena fuori e potremmo incontrarli li se siamo fortunati.

Avv Lo Foco Michele