FAR EAST FILM FESTIVAL 24 /E-CINEMA.IT

La ventiquattresima edizione del Far East Film Festival è iniziata venerdì 22 e per nove giorni darà spazio, finalmente di nuovo in presenza nei cinema di Udine, all’industria cinematografica orientale.

 Una ricca proposta di lungometraggi di vario genere, spaziando dall’animazione agli horror, dalle commedie ai drammatici a sfondo sociale, il tutto per dare voce a un mondo che grazie a questo festival si fa conoscere e amare sempre di più.

La quantità di titoli presentata infatti dimostra quanto i filmmaker asiatici siano interessati a raccontare le loro storie e a farle arrivare fin qui visto il riscontro che stanno ottenendo nel mercato occidentale.

All’ingresso del festival infatti si viene subito accolti da una libreria contenente diversi libri e film mostrati nelle precedenti edizioni e acquistabili in loco, oltre a gadget a tema con una particolare attenzione e riflessione dedicata all’attuale situazione drammatica che sta attraversando l’Europa.

Francesca De Santis

Il Corriere e le sue “Imprese”

L’aspetto più interessante dell’articolo pubblicato ieri nell’allegato al Corriere dal titolo “Imprese” e dedicato anche a Cinecittà, con la solita fotografia di Maccanico a braccia conserte, è che essendo scritto su un fondo scuro non si legge quasi nulla.

E ‘una fortuna, perché apprendere, per l’ennesima volta, che arriveranno molti soldi ad una struttura massacrata da Abete, vetusta nelle sue capacità, piena di personale, fa male al cuore e allo spettacolo in generale.

Maccanico, che torno a dire a cinque anni è stato nominato amministratore delegato dell’asilo nido, ripete per l’appunto “meccanicamente” che grazie al suo arrivo gli studi sono tutti affittati e con i nuovi soldi verranno costruiti altri capannoni ed aggiustati quelli vecchi.

In poche parole appena ha potuto, ha affittato un pezzo di Cinecittà al suo ex datore di lavoro, che guarda caso è il capo di un’azienda straniera che pascola nel nostro territorio come fosse suo, brucando ogni filo d’erba riesca ad individuare.

E per dare spazio agli stranieri, Cinecittà si appresta a sfrattare tutte le strutture italiane che non hanno un valore politico, quelle medie/piccole aziende che dovrebbero essere il nostro vanto e il nostro futuro e che invece danno solo fastidio ai grandi.

Cinecittà si avvia, questo è il senso del discorso di Maccanico, ad ospitare, ad accogliere, come fosse un grande albergo, quelli che possono pagare, non accorgendosi che questo mirabile disegno è il contrario di quanto le attuali tendenze insegnano, e che se qualcuno viene in Italia a svernare lo fa solo perché ci sono incentivi ministeriali tali da solleticare gli appetiti, ed appena termineranno, perché questo è inevitabile, i teatri di posa serviranno a ben poco.

La mammella di Cinecittà nel breve sarà gonfia di soldi, e Bettini potrà maccanicamente”, dare il meglio di sé.

Ma l’allegato al Corriere non si fa notare solo per il superficiale articolo su Cinecittà: primeggia l’esaltazione della famiglia Benetton, con il cambio di gestione e la modifica dell’indirizzo industriale.

Nessuna parola sulle enormi disgrazie causate da una gestione miope e bulimica di Autostrade, ormai passata nel dimenticatoio sociale, e nessun commento sul nuovo assetto strategico, che è quello tipico di tutti coloro che hanno soprattutto soldi e cioè l’intervento in situazioni interessanti a mo’ di avvoltoio.

In Italia siamo pieni di avvoltoi, soprattutto stranieri, ed anche di carcasse industriali o di operatori agonizzanti: meno male che arrivano i Benetton, che dalle liquidazioni, dai fondi, dalle transazioni hanno ricevuto un fiume di denaro che da qualche parte deve pure andare.

Se uno comincia con le magliette e poi si compra mezza Italia, non è certamente privo di fantasia!

Avv. Lo Foco Michele

Io e Lulù (2022)

Regia: Channing Tatum e Reid Carolin
Cast: Channing Tatum, Q’Orianka Kilcher, Jane Adams, Kevin Nash
Genere: Commedia

Esordio alla regia di Channing Tatum che dirige questo film sul viaggio del soldato Briggs (interpretato dallo stesso Tatum), in congedo a seguito di un incidente sul campo, incaricato di portare Lulù, la cagnolina addestrata dall’esercito e fedele compagna di ogni missione, al funerale del suo padrone nonché ex commilitone di Briggs, morto a seguito di un incidente in auto.

Un viaggio tutt’altro che facile dal momento che Lulù porta evidenti segni di stress post traumatico e ogni sua reazione risulta imprevedibile ma in questo viaggio i due impareranno a conoscersi creando un legame speciale.

Un road movie divertente e intelligente dove ogni avventura affrontata dai due protagonisti aggiunge una sfumatura in più a quella che può inizialmente sembrare una comune storia di un soldato che non trova spazio nel mondo se non sul campo di battaglia, risultando invece una delicata riflessione sulle conseguenze della guerra e di chi la vive.

Qui infatti i traumi del conflitto vengono riportati sul cane e sarà proprio grazie ai suoi comportamenti incostanti, aggressivi e imprevedibili che il soldato riconosce i propri e lo aiuteranno anche a ristabilire un contatto più ravvicinato con la realtà e con il mondo che lo circonda.


L’umanizzazione dell’animale, l’importanza della sua presenza al funerale al pari di un qualsiasi altro parente, ci fanno dunque capire quanto uomini e animali siano ugualmente consapevoli che la vera bestialità risiede nella guerra in quanto tale.
Un bell’esempio di come si possa girare un film simpatico e acuto anche con un budget ridotto rispetto agli standard hollywoodiani.

Al cinema dal 12 Maggio 2022

Francesca De Santis