VELTRONI E NON SOLO
Se qualcuno si domandasse perché Veltroni continua a dirigere film ed a scrivere soggetti e sceneggiature, e per certo so che quasi tutti gli esercenti si sono posti questa domanda, la risposta sta nella metodologia storica della sinistra.
Infatti mentre la destra, nelle sue espressioni più basse e disonorevoli, ha trovato sponsor negli imprenditori, con i quali talvolta ha concluso accordi fuori delle regole, la sinistra da sempre ha preferito agire all’interno del sistema, modificando valori e corrispettivi in modo da remunerare al massimo i propri accoliti anche a costo di creare un enorme danno al settore.
Veltroni è stato artefice di una delle peggiori legislazioni del comparto, dotando di una cifra immensa il valore “culturale” dei prodotti filmici e pertanto premiando autori, sceneggiatori, montatori, registi di sinistra con cifre che non avrebbero mai più immaginato nella vita. Di quel disastro strutturale residua ancora la cosiddetta “cartolarizzazione”, che poi tale non è, sistema che cerca di nascondere i rottami dei film “culturali” nel corpaccione di Cinecittà.
Ma Veltroni è rimasto nel cuore di tutti coloro che da quel periodo ne uscivano ricchi, e che provano un senso di riconoscenza tale da ignorare i risultati modestissimi dei lavori precedenti, concedendogli altre ben pagate occasioni per imparare un mestiere.
Ovviamente queste occasioni sono sostenute dal Ministero e da tutti gli enti erogatori e pertanto possiamo dire che far lavorare Veltroni è un onere dei cittadini italiani.
Francheschini invece usa la strategia della testa nella sabbia e forse inconsapevolmente, forse su suggerimento di Nastasi, forse ipocritamente, sostiene che il suo tax credit “è stata una leva che ha riportato in alto il cinema italiano”. Premesso che il cinema italiano è scivolato al 10% del fatturato nazionale e che mai, dico mai, c’è stato un così forte rigetto da parte del pubblico per il prodotto nazionale, è ovvio, soprattutto per gli esercenti, che il cinema italiano, grazie a Franceschini, è morto ma continua ad alimentare società care al ministro e soprattutto straniere. In un paese che sta ragionando sulla diminuzione del riscaldamento e delle illuminazioni cittadine, il tax credit dato a prodotti mediocri, che ci hanno escluso dal commercio mondiale, è una forma delittuosa di spreco statale.
Se non fosse per il fatto che Franceschini è sposato con una futura parlamentare, bella ed intelligente, le sue colpe sarebbero tali da superare quelle di Veltroni, che è invece anche un uomo triste.
Avv. Michele Lo Foco