regia: Marco Chiappetta
genere: drammatico
durata: 76 min.
in sala dal 3 novembre
Santa Lucia è la storia di Roberto, uno scrittore divenuto cieco che da molto tempo vive in Argentina, a Buenos Aires e deve far ritorno a Napoli a seguito della morte di sua madre. Insieme al fratello Lorenzo si ritrova così a girare per le vie del quartiere in cui è cresciuto, rivivendo nella mente le storie che ha vissuto e le persone con cui le ha condivise, avvalendosi solamente dei propri ricordi e delle proprie sensazioni.
Un film delicato e allo stesso tempo potente sulla resa dei conti con il proprio passato. Roberto, allontanandosi dalla sua città natale per fuggire al dolore e ricostruirsi una vita oltreoceano, alla fine si è perso e questo ritorno improvviso si rivelerà una sorta di viaggio onirico che ripercorre le tappe fondamentali della sua storia e cercherà di ridefinire la sua identità.
Ispirato evidentemente al cinema di Sorrentino per il carattere poetico dei personaggi, la sensibilità dei dialoghi e lo stile evocativo della narrazione, è un bellissimo esordio del giovane regista Marco Chiappetta che riesce a raccontarci una storia molto profonda e sensibile in una Napoli inedita, non quella soleggiata, calda e viva che siamo soliti dipingere, bensì una città cupa, grigia ma non uggiosa: i colori scuri del cielo, delle strade e del mare sono scelti apposta per creare l’atmosfera surreale e riflessiva del viaggio del suo protagonista, facendo da contorno perfetto per i suoi ripensamenti e l’amarezza dei ricordi.
Presentato alla scorsa edizione del Torino Film Festival e in sala dal 3 novembre, questo film maturo e poetico con due protagonisti di eccezione, Andrea Renzi e Renato Carpentieri, merita sicuramente la visione al cinema.
Francesca De Santis