IL PRIMO GIORNO DELLA MIA VITA

Regia: Paolo Genovese
Genere: drammatico
durata: 121 min.
con: Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Margherita Buy, Sara Serraiocco

L’ultimo film di Paolo Genovese racconta di solitudine e voglia di ricominciare.

Un uomo misterioso (Toni Servillo) si presenta a quattro persone che hanno toccato il fondo e vogliono farla finita: Arianna (Margherita Buy) è una poliziotta alle prese con il dolore di una perdita insopportabile, Napoleone (Mastandrea) un life coach afflitto da mal di vivere, Emilia (Sara Serraiocco) un’ex-ginnasta in sedia a rotelle e Daniele, un bambino spinto dai genitori a diventare una star di Youtube. L’uomo propone loro un patto: una settimana di tempo per farle innamorare di nuovo della vita, offrendogli la possibilità di vedere come sarebbe il mondo senza la loro presenza e aiutandole a trovare un nuovo senso alle loro esistenze.

Quello del suicidio è un tema ancora poco esplorato nel cinema, soprattutto italiano, perché ancora un tabù in una società fortemente influenzata dalla religione cattolica, come la nostra, che lo condanna apertamente. Purtroppo quest’ultimo lavoro di Genovese non riesce a segnare un cambio di tendenza in questo senso, nonostante affronti l’argomento provando a indagare sulle varie motivazioni che spingono le persone a farla finita.

Resta una trasposizione un po’ superficiale della solitudine dei nostri tempi (ma non solo) e del suo possibile superamento semplicemente cambiando punto di vista e trasformando questa sofferenza momentanea in un punto di partenza per un futuro diverso e migliore.

I punti di forza restano comunque le interpretazioni di Servillo e Mastandrea a cui sono affidati i personaggi più profondi e leggermente più complessi che almeno offrono uno spunto di riflessione fuori dall’ordinario, ma i dialoghi e l’elaborazione degli altri protagonisti non emoziona come dovrebbe.

 

“Il primo giorno della mia vita” uscirà nelle sale cinematografiche il 26 gennaio ed è distribuito da Medusa.

Francesca De Santis

L’OMBRA DI GOYA

L’OMBRA DI GOYA PRESENTATO ALL’ULTIMO FESTIVAL DI CANNES,  LE CELEBRAZIONI DI PERUGINO A 500 ANNI DALLA MORTE, L’ETERNA SFIDA PER LA PERFEZIONE TRA BORROMINI E BERNINI

La Grande Arte al Cinema di Nexo Digital tornerà nelle sale italiane a marzo con tre nuovi titoli che spazieranno dal Rinascimento elegante, equilibrato e ponderato di Perugino agli anni turbolenti del Barocco con l’eterna sfida alla ricerca della perfezione tra Borromini e Bernini, sino ad arrivare all’arte drammatica, oscura, ironica e dissacrante del genio assoluto di Goya.

Il primo appuntamento sarà il 6, 7, 8 marzo con il docu-film dedicato a uno dei più importanti artisti spagnoli di tutti i tempi, L’OMBRA DI GOYA, presentato al 75esimo Festival di Cannes, diretto da José Luis López-Linares e scritto da Jean-Claude Carrière e Cristina Otero Roth. Il regista di “Bosch. Il giardino dei sogni”, ha scelto un team di dodici specialisti di tutte le discipline per cercare di decifrare la ricca e sinuosa opera del pittore spagnolo in questo suo nuovo affascinante documentario corale. In testa al composito corteo di esperti e appassionati c’è Jean-Claude Carrière, storico amico e collaboratore di Luis Buñuel, sceneggiatore, scrittore, attore e regista, che López-Linares ha avuto la fortuna di filmare un anno prima della sua prematura scomparsa, ripercorrendo con lui le orme di Goya (1746-1828). Nel corso della narrazione ognuno degli intervistati fa luce a modo suo su un artista dall’incredibile ricchezza espressiva (un otorinolaringoiatra si cimenta, per esempio, nel rintracciare nei quadri le conseguenze della sordità del pittore) avvicinando tra loro i tasselli di un viaggio che esplora la relazione tra cultura ed emozioni, cinema e pittura. Invece di prediligere il percorso cronologico, L’OMBRA DI GOYA riesce a spaziare tra opere di periodi diversi con cui Goya smaschera vizi e ipocrisie della sua epoca, tutte collegate tra loro dalla guida acuta e dalle riflessioni illuminanti di Jean-Claude Carrière, che non manca di individuare i legami artistici tra il pittore e il regista di “Un chien andalou”, accomunati dall’essere originari dell’Aragona, dalla sordità e dalla predilezione per una narrazione di tipo surrealista.

L’OMBRA DI GOYA è una produzione Mondex Films, Zampa Audiovisual, López Li Films, Fado Filmes, Milonga Productions.

La direzione