Mirabile Visione: Inferno

Dopo la proiezione in anteprima prevista per il14 febbraio a Firenze, uscirà nelle principali città italiane Mi-rabile Visione: Inferno, l’ultimo lungometraggio di Matteo Gagliardi che torna alla regia dopo il successo internazionale del docu-film Fukushima: a nuclear story (2016).
Il film ha ottenuto il patrocinio di Società Dante Alighieri, Città di Ravenna, Save the Planet, La Rete delle Donne, Fondazione UniVerde e Senzatomica.
Se Dante tornasse ora, cosa potrebbe dire del nostro mondo? Mirabile Visione: Inferno è il geniale risultato di questo assunto: una rilettura straordinariamente attuale e visionaria della Commedia di Dante Alighieri.

Partendo dalle illustrazioni ottocentesche del pittore parmense Francesco Scaramuzza, ricolorate e animate grazie a sofisticate tecniche digitali, come Dante con Virgilio veniamo accompagnati nella discesa agli inferi dalle interpretazioni della professoressa Argenti (Benedetta Buccellato) che fa scoprire ai suoi studenti un Dante più rivoluzionario e dalle parole di Padre Guglielmo (Luigi Diberti)che esprimono il più autentico messaggio cristiano, per addentrarci nella grande opera di bellezza, risveglio e educazione che è la Divina Commedia.

In Mirabile Visione: Inferno vengono radiografati i mali del nostro tempo: ogni cerchio dell’Inferno diventa la rappresentazione della società moderna, delle possibilità dell’uomo e dei suoi limiti, della crisi della società capitalista e di quella ambientale/climatica globale.

Mirabile Visione: Inferno ha una colonna sonora scritta da Fabrizio Campanelli ed Enrico Goldoni che si è avvalsa, per molti brani, di una grande orchestra sinfonica, e che si fonde con gli ambienti sono ricreati dal sound designer Enrico Ascoli. Importante è il contributo del materiale d’archivio, che si integra ai numerosi linguaggi del documentario (reportage, finzione, animazione).

La direzione

SAN REMO 2023

Una volta all’anno è lecito impazzire. 

Semel in anno licet insanire, sembra un’affermazione adatta al Festival di San Remo, ma se ci mettiamo a ragionare sulla frase “servizio pubblico” il festival è una follia che contagia tutti di dirigenti della televisione statale, quasi tutti i giornalisti, e soprattutto il povero pubblico, costretto, non si può dire diversamente, a partecipare ad un delirio esibizionistico che non ha nulla a che fare con la musica.

Una sequela di orrori, inanellati da un marziano di nome Amadeus, sui quali la società spende parole, scuse, interpretazioni: Blanko è un pazzo, era drogato, era d’accordo col presentatore? La Ferragni era nuda, sembrava nuda, voleva essere nuda, se non è nuda che ci sta a fare? Elodie non canta più si espone, ed il povero Morandi, sempre più basso costretto a mettere il suo sigillo sulla manifestazione, così non manca nulla!

E poi Fedez, che insulta Bignami e la Rocella come se fosse un intellettuale accreditato e non un uomo basso e tatuato.

Il direttore Coletta, che ha trasformato la Rai nel gay pride, gongola per gli ascolti, e non si rende conto che aver strumentalizzato il povero Presidente della Repubblica, costretto a sogghignare alle insulse parole di Benigni, di cui vorremmo sapere il compenso, non è un pregio ma un delitto perpetrato ai danni di un popolo ormai lessato dalla mancanza di cultura.

Non c’entrano nulla i soldi, è un argomento vecchio e strumentale, e lo share non serve a confermare l’amministratore delegato, anch’egli costretto a subire questo delirio di cretinerie: se nella prossima puntata o nel prossimo festival dieci avvocati si calassero le mutande in diretta, il successo sarebbe assicurato, altro che quelle tettine minuscole disegnate sulle tettine minuscole della donna che ha insegnato a tutte le donne come si guadagna senza fare nulla.

Questo S. Remo prosegue nella linea già tracciata nel 2010, nel 2015, nel 2016, e lo share aumenta parallelamente alla idiozia propinata agli spettatori.

Per fornire una prova di quanto dico scrissi in merito, nel 2010/15/16 in quegli anni, ed aggiungo, per la prima volta, devo dare tutta la ragione che merita a Salvini, unico a contestare contenitore e contenuto in modo chiaro e semplice.

Avv. Michele Lo Foco