I TRE MOSCHETTIERI – D’ARTAGNAN

Chi di noi non ha letto il libro che racconta le gesta dei tre moschettieri più uno? Chi non si è impersonato in uno dei protagonisti o non si è mai travestito a carnevale da cadetto del Re di Francia nell’età preadolescenziale?

Ora da “grandi” possiamo gustare il celeberrimo romanzo di Alexandre Dumas, nel film di Martin Bourboulon con un cast stellare:

la bellissima Eva Green nei panni di Milady, Vincent Cassel è Athos, Romain Duris Aramis e Pio Marmaï Porthos.

Senza dimenticarci del quarto moschettiere, per ultimo ma non meno importante D’Artagnan – François Civil.

Rappresentare l’avventura che tutti conoscono (non c’è rischio di alcuno spoiler) è un esercizio che bisogna conoscere e saper fare.

Questo primo capitolo non manca di elementi anche attuali: Porthos non nasconde la sua bisessualità, gli intrighi di corte, le rivalità, l’odio per il Sovrano, la religione (il claim: Dio Patria e Famiglia non si esaurisce mai, nei secoli dei secoli) da una parte i protestanti e dall’altra i cattolici per una diatriba infinita (che rimanda a certi tratti presenti anche nel terzo millennio).

Un cardinale deve tessere la trama complottistica senza mai tradirsi e lo scontro apicale si terrà addirittura nella Cattedrale.

I Tre Moschettieri - D’Artagnan: Eva Green, Louis Garrell e Vincent ...

Non vedremo il Re con parrucca e pantaloni a sbuffo e i moschettieri con il loro mantello e la divisa intonso ma come vuole la realtà quotidiana, con vestiti trasandati anche sporchi, dove sono lindi i valori per il Re e la Patria, spirito d’abnegazione e sacrificio, anche estremo.

La casa di produzione (Pathè l’antesignana, seconda per importanza fondata il 28 settembre, 1896 in Francia) non ha lesinato in sceneggiatura, costumi e sfarzo, d’altronde per raffigurare l’epoca dei Re di Francia non si poteva fare altrimenti.

Tutti gli elementi sono stati stabiliti con l’ordine dovuto, e il fatto che ci sarà un secondo episodio non può che essere un verso alla serialità a cui ci stiamo abituando che contraddistingue i tempi che dettano le ….Piattaforme streaming.

Al cinema dal 6 aprile 2023

Francesca De Santis

Tengo sueños eléctricos FESCAAAL 2023

Il Fescaaal (Festival del Cinema Africano, dell’Asia e dell’America Latina) si è appena concluso decretando  vincitore nella categoria lungometraggi “Tengo sueños eléctricos“, una pellicola in spagnolo diretta da Valentina Maurel.
Interpreti: Marín Navarro, Vivian Rodriguez, Adriana Castro García e Jose Pablo Segreda Johanning.
Co-produzione: Costa Rica, Belgio e Francia.


La regista Valentina Maurel

Il film è un  coming of age, un dramma che ruota intorno a una sedicenne, Eva, che vive con la madre, una sorella più piccola e un gatto. La ragazza è attratta dal padre, personaggio fuori dagli schemi tradizionali, con cui vive un rapporto amore/odio, in un momento in cui  sta esplodendo la sua sessualità di giovane ragazza.
Il film è stato presentato in prima mondiale al Festival del Cinema di Locarno l’8 agosto 2022, dove ha vinto il Pardo per la Regia, oltre al Pardo per il migliore attore e a quello per la miglior attrice.

Senza nulla togliere alla qualità del film che mette in scena, grazie anche ad attori molto bravi, la complessa problematica del mondo adolescenziale, ci domandiamo il senso di questa vittoria, di fronte a film in Concorso più legati a tematiche “socio- politiche” del Sud del Mondo, film tra l’altro già passati in gran parte nei più importanti Festival europei ( Cannes in primis) e non solo.
Forse il Fescaal dovrebbe ripensare alla sua mission e di conseguenza selezionare i film, altrimenti rimane solo una carrellata di pellicole, alcune validissime intendiamoci, legate però insieme solo da una etichetta geografica.

Tengo sueños eléctricos è in ogni caso un film da vedere.

Serena Pasinetti