Sabato 13 maggio sono stati presentati a Milano, alla Fondazione Prada, Souvenir 1, Souvenir 2 e The Eternal Daughter, quest’ultimo in concorso alla Mostra del cinema di Venezia 2022, della regista Joanna Hogg.
Regista, ma anche sceneggiatrice, la Hogg si distingue per una capacità di scrittura molto accurata, con dialoghi mai banali e citazioni che dimostrano grande cultura letteraria. Altri aspetti formali molto interessanti sono la sua grande attenzione ai dettagli e l’uso tematico bianconero/colore. Questa forma molto accurata plasma sia nei primi due film, i due Souvenir, così come nel terzo, la storia di due perdite e la loro elaborazione.
Tilda Swinton in The Eternal Daughter
La regista stessa, nella conversazione con un critico alla fine della serata di presentazione dei tre film, ha narrato la sua vicenda personale da regista e ricordato come i tre film, e in genere tutta la sua filmografia, siano profondamente autobiografici. Regista TV, dopo essere stata allontanata dalla regia cinematografica in quanto considerata non adatta al grande schermo, ha deciso di tornarci e, soprattutto con questi tre film, ha raccontato la sua volontà di fare la regista di cinema e di elaborare la perdita precedente attraverso il cinema stesso.
Per citare Bradshaw, il critico inglese del Guardian che ha un’ altissima considerazione di lei, “With a film about a film about a life, the puzzlement-slash-pleasure is redoubled.” (- “Con un film, su un film su una storia vera, lo stupore/il piacere raddoppiano.”)
Nei Souvenir 1 e 2 La Hogg racconta la storia della perdita del compagno di una giovane regista che sta ancora studiando all’università, proprio regia cinematografica, e deve presentare il suo film come tesi di laurea. Senza voler anticipare troppo, nel primo Souvenir si assiste a questa perdita e nel secondo alla sua elaborazione. Il finale del secondo film è un grandissimo omaggio al cinema. Potremmo addirittura affermare che il fidanzato morto sia la metafora del periodo dedicato alla Tv che lei definitivamente allontana da sé. A rendere ancora più interessante la pellicola, è il rapporto tra madre e figlia, molto profondo e protettivo; madre e figlia anche nella realtà, in quanto le interpreti sono Tilda Swinton e sua figlia, Honor Swinton Byrne.
Souvenir – Joanna Hogg
La figura della madre ritorna come filo conduttore tra le varie pellicole anche nel terzo film, The Eternal Daughter, in cui l’elaborazione del lutto questa volta è compiuta da parte della figlia per la perdita della madre. Ancora una volta, la Hogg racconta questa perdita attraverso una storia di una scrittrice di cinema che accompagna la madre in un luogo del passato per festeggiare il suo compleanno. In questo posto, un vecchio castello inglese avvolto nella nebbia e nel mistero, la scrittrice deve stendere la sceneggiatura di un film. Un film che racconta della madre e della sua perdita. E lo racconta con un film. Ancora un film su un film che racconta una storia vera: la perdita della madre della regista, proprio durante il montaggio del film.
Tre film meta cinematografici che hanno trovato la loro valorizzazione nella proposta di visione in sequenza nello stesso giorno. La Hogg, una regista di grandissima sensibilità, da seguire con grande attenzione, attenzione rivolta in Italia solo alla sua ultima opera presentata alla mostra di Venezia.
Serena Pasinetti