ANOTHER END di Piero Messina

Berlinale 74 – In concorso

Con: Gael García Bernal, Renate Reinsve, Bérénice Bejo, Olivia Williams, Pal Aron

In un futuro prossimo la Società “Another End” ha sviluppato una tecnologia innovativa che permette di risvegliare, per un breve tempo, la coscienza di chi non c’è più ed innestarla in ospiti umani che si mettono a disposizione per aiutare chi resta ad elaborare il lutto e avere tempo in più per poter dire addio alla persona amata.

 

 

 

 

 

Sal ha perso la moglie in un incidente e non sa darsene pace. Dopo molte esitazioni si rivolge ad “Another End” per iniziare il percorso e ritrovare l’amata Zoe.

L’inizio fantascientifico del film è di forte impatto emotivo e la tensione non cala nella narrazione che si snoda in situazioni imprevedibili fino a giungere ad un finale decisamente non scontato. Le tematiche affrontate pongono certo una serie di riflessioni ma la sensazione che il film suscita è di una struggente storia d’amore, scintilla luminosa di speranza, in un cupo mondo distopico.
Il cast è stellare!
Assolutamente da non perdere!

 

 

 

 

 


Pia Larocchi

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Il film, lanciato da BIP, una multinazionale di consulenza, si avventura nel settore audiovisivo con una visione olistica. La regista e sceneggiatrice Simona Calo e l’autore e produttore Luca Monaco (Global Head of Creative and Production di BIP) hanno creato un’opera dalla struttura composita.

La trama si snoda tra interviste con esperti del mondo accademico, del business, della politica, della creatività e della medicina. Questi esperti ci guidano attraverso il rapporto simbiotico tra l’umanità e la tecnologia, in cui i loro destini intrecciati plasmano il corso del nostro futuro collettivo.

“Connected” affronta anche questioni etiche cruciali. La tecnologia è ormai parte integrante della vita di ciascun individuo, estendendosi alla sfera sociale, lavorativa e domestica. Tuttavia, non tutti hanno la stessa accessibilità agli strumenti tecnologici. Il divario generazionale è evidente, e il documentario ci invita a collaborare e sostenere reciprocamente chi è più vulnerabile ai cambiamenti.

In un mondo in continua trasformazione, l’inclusione diventa imperativa. Dobbiamo neutralizzare i potenziali esiti negativi e assicurarci che l’IA sia al servizio di tutti.

Questo è il risultato che mi ha fornito l’intelligenza artificiale al mio “comando“o alla mia richiesta di scrivermi il “pezzo”.

Ora posso liberamente esprimermi e mettermi in competizione con il mio futuro, la prima domanda che mi pongo (dato che alla presentazione, molto interessante ed esaustiva, non ci hanno dato modo di fare) è:

perché si può vedere solo su due piattaforme?

Una scelta o non sono stati in grado di trovare un “venditore” (umano, il classico Sales Manager) che renda fruibile il prodotto in maniera virale e completa, ovvero in rete? Certo sarà visibile in molti Paesi ma non in tutte le piattaforme digitali che, guardando il titolo, non sono tutte collegate.

Il docufilm non si pronuncia esplicitamente se è giusta o sbagliata l’IA, ma dice entrambe le cose: è utile ma dobbiamo saperla gestire e gran parte delle responsabilità la relegano alla politica che dovrebbe tutelare in maniera completa, questo cambiamento epocale.

Direi che non sono propriamente rassicurato, se si basano su questo dato, alcuni (molti) politici non sanno neanche usare il computer e le sue innumerevoli APP

Hanno citato anche gli Alieni per sottolineare il futuro e direi di essere d’accordo perché saremo noi (ovvero quei pochi) che sapranno usare questa tecnologia in continui movimenti, tutti gli altri alienati, distaccati, lontani perché ci sarà qualcuno che potrà fare tutto in tutti i campi, chiaramente tutelati da superpartes, (vedi i politici).

Chiudo dicendo che ho chiesto anche un claim alla mia chat: Ridefinendo l’umanità con l’intelligenza artificiale” o “L’IA che connette il mondo

Ma quale mondo sarà?

 

 

 

 

Giovanni De Santis