SOTTO IL CIELO GRIGIO

SOTTO IL CIELO GRIGIO

un film di Mara TAMKOVICH

in concorso al 42Torino Film Festival, 2014.
Il film narra una vicenda  della camerawoman Darya Chultsova, arrestata nel 2020 insieme alla giornalista Katsiaryna Andreyeva per aver trasmesso immagini delle proteste seguite alle elezioni politiche truccate dal generale bielorusso alla guida del paese dal 1994.
Risultato immagine per film sotto il cielo grigio

Darya è stata liberata dopo 2 anni di carcere, Katsiaryna è stata condannata a 8 anni e 3 mesi per “alto tradimento” ed è ancora detenuta.

La produzione del film SOTTO IL CIELO GRIGIO è interamente polacca senza alcun collegamento a fondi bielorussi o russi, sia pubblici che privati. Un atto di coraggio e coerenza nella ferma presa di posizione contro la crescente e intollerabile ingerenza del regime nella professione giornalistica.

Con il patrocinio della FNSI Federazione Nazionale Stampa Italiana, Invisible Carpet ha  organizzato proiezioni del film attraverso un tour con la presenza della regista alle quali hanno partecipato  quei giornalisti che hanno subito minacce, intimidazioni e aggressioni, attuate da regimi o criminalità organizzato, per impedire loro di svolgere il proprio lavoro.

Il film ha già vinto numerosi premi ed é importante soprattutto per  l’impegno socio/politico della regista.

È una pellicola, nel suo procedere quasi in  forma di docufilm, importante per la sua denuncia e il dibattito che sta suscitando.

Non ci si aspetta altro , ma questo è sicuramente molto, da un’operazione come questa.

 

 

 

 

 

Serena Pasinetti

ISLA NEGRA

Regia : Jorge Riquelme Serrano

Attori : Alfredo Castro , Paulina Urritia

Genere : Drammatico

Paese : Cile

Durata : 105’

Nella loro casa sul mare a Isla Negra , l’imprenditore Guillermo ( Alfredo Castro ) e la sua assistente Carmen , stanno trascorrendo il fine settimana ripassando le fasi finali di un grande progetto immobiliare nella zona. La loro tranquillità Vine sconvolta dall’arrivo inattesa di una donna in compagnia del marito e del padre ammalato.

Con la Isla Negra , il regista cileno , già noto per opere come Algunas Bestias, al suo terzo lungometraggio conferma il suo interesse per le dinamiche familiari e sociali ampliandole con un messaggio politico più marcato , sulle disuguaglianze e le tensioni identitarie in Cile.

Isla Negra - Film (2024) - MYmovies.it

Ambientato sulla costa del paese , il film introduce simboli potenti , come la bandiera Mapuche , per sottolineare la necessità di riconoscere e affrontare le radici culturali e i conflitti irrisolti della società cilena. La villa sulla costa, in cui si svolgono i fatti ,è descritta come uno spazio lussuoso e aperto con una vista spettacolare sull’oceano, che enfatizza un senso di privilegio e controllo. Questa prima rappresentazione riflette il mondo ordinato e sicuro dei protagonisti principali , in particolare di Guillermo, l’imprenditore che si gode il comfort della sua posizione sociale. L’architettura della villa , con le sue ampie vetrate e il collegamento visivo costante con il paesaggio , sottintende una pretesa di trasparenza e apertura, difatti quest’ultima risulta del tutto ingannevole : le relazioni umane al suo interno sono intrise di tensione e di una profonda disconnessione con la realtà circostante .

La villa quindi diventa una metafora di una società che si percepisce inclusiva e progressista ma che, in realtà è intrappolata nelle sue stesse dinamiche di esclusione e privilegio, creando così un parallelo efficace con le diseguaglianze e le ipocrisie della società cilena contemporanea.

Il film non offre una soluzione , anzi, sembra sottolineare l’impossibilità di un riscatto reale .

I territori ancestrali, ormai trasformati in proprietà private o progetti immobiliari, sono il simbolo di una perdita irreversibile. Il tema quindi non è solo una questione territoriale , ma anche una questione  più profonda legata all’identità e alla memoria di un popolo sconfitto dalla storia e dalla modernità . Presentato fuori concorso al 42° Torino film festival.

 

 

 

 

 

Miriam Dimase