The Ice Tower

La tour de glace

  • Regia: Lucile Hadžihalilović
  • Attori: Marion Cotillard, Clara Pacini, August Diehl, Gaspar Noé, Marine Gesbert
  • Genere: Drammatico, Fantasy
  • Paese: Francia, Germania
  • Durata: 118′

Anni ’70. Un luogo non precisato in Francia. La sedicenne Jeanne (Clara Pacini) scappa da un orfanotrofio in alta montagna, attratta dalle luci della città nella valle sottostante. Si rifugia in uno studio cinematografico che lei esplora segretamente di notte. Di giorno lì si gira il film La regina delle nevi , con l’enigmatica Cristina (Marion Cotilliard) nel ruolo principale e Jeanne cade immediatamente sotto l’incantesimo della star. Tra le due si sviluppa un rapporto complesso.

Risultato immagine per film The Ice Tower

In un mondo quasi magico, da favola, finto, si sviluppa una storia che sta tra fantasia e realtà.

Viene narrata l’ossessione di due donne, l’una verso l’altra, in modo diverso. Jeanne è ossessionata dal ricordo della madre persa e dai racconti di lei e  identifica Cristina  con la  Regina delle nevi. La Regina o meglio l’attrice che impersona la Regina è attratta da Jeanne, come oggetto sessuale.

L’ossessione ma anche il doppio: il cinema e la realtà, la Regina come personaggio bianca eterea e l’attrice che la interpreta vestita di rosso, carnale ed egoista.
Mentre la pellicola cresce, film e realtà si fondono tra il set e lo schermo per creare un gioco magico e labirintico, a scapito, tuttavia, della narrazione che diventa troppo lenta se non addirittura soporifera.
Le due attrici sono comunque  bravissime nel rendere in modo efficace la complessità del rapporto tra le due figure femminili.
Presentato in concorso alla Berlinale 2025.

Serena Pasinetti

O Último Azul-The Blue Trail

  • Regia: Gabriel Mascaro
  • Attori: Denise Weinberg, Rodrigo Santoro, Miriam Socarrás, Adanilo
  • Genere: Drammatico, Fantascienza
  • Paese: Brazil, Mexico, Chile, Netherlands
  • Durata: 86′

Tereza (Denise Weinberg), 77 anni, ha vissuto tutta la sua vita in una piccola città industrializzata dell’Amazzonia finché un giorno il governo le impone di trasferirsi in una colonia di alloggi per anziani. Rifiutandosi di accettare questo destino imposto, Tereza si imbarcherà in un viaggio attraverso i fiumi della foresta..

Il film ci trascina in un viaggio potente e suggestivo, in cui la libertà non è solo un concetto astratto, ma una scelta quotidiana, una battaglia personale e collettiva. Tereza, incarna il rifiuto delle imposizioni sociali e governative, scegliendo di seguire il proprio istinto e la propria volontà. Il suo viaggio lungo l’Amazzonia non è solo una traversata fisica, ma un percorso interiore, un atto di ribellione contro un futuro che sembra già scritto.

Berlinale | O último azul | The Blue Trail

La frase chiave del film, “il futuro è oggi“, risuona con forza nella narrazione: Tereza non si limita a sognare un domani diverso, ma agisce nel presente per costruirlo, dimostrando come le scelte quotidiane plasmino il destino. Il contrasto tra l’immensità incontaminata della natura e i segni tangibili dell’intervento umano, come i rifiuti che emergono dalle acque del fiume, aggiunge una dimensione ecologica al film. Il viaggio di Tereza diventa così anche una riflessione sulla condizione del pianeta, sulla libertà che ognuno di noi cerca ma che deve fare i conti con le conseguenze delle azioni collettive passate e presenti.

Gabriel Mascaro riesce a coniugare realismo e poesia visiva, con un racconto fatto di immagini evocative e simbolismi potenti. La sua regia, discorsiva e lineare, ci regala un racconto semplice ma con una narrazione che riesce comunque a coinvolgere lo spettatore, grazie a un equilibrio tra semplicità e profondità

Berlinale | O último azul | The Blue Trail

In definitiva, questo film non è solo un’opera da guardare, ma da vivere e interiorizzare, spingendoci a riflettere sulle nostre stesse scelte e sul modo in cui contribuiamo a costruire il nostro futuro. Perché, come ci insegna Tereza, ogni momento vissuto pienamente porta con sé il potere di cambiare le cose.

In concorso alla 75° Berlinale.

Miriam Dimase