Italia 2023
regia Fabio De Luigi
Con Fabio De Luigi, Stefano Accorsi, Elisa Di Eusanio, Giorgio Arena, Barbara Abbondanza.
50km all’ora è una commedia agrodolce che parte da un assunto classico: alla morte del padre, due fratelli che si sono persi di vista da anni per vicissitudini familiari, si rincontrano e devono fare i conti con tutti i fantasmi del passato per ritrovarsi.
Naturalmente, come diceva Howard Hawks, le storie (intese come meccanismi narrativi) sono in totale 7, quello che conta principalmente è quanto di vero riesci a comunicare attraverso la storia che scegli, l’urgenza, intesa come necessità personale, di raccontare quella storia con quei personaggi.
Nello sviluppo il film diventa ben presto un “buddy buddy” movie, in cui una coppia di amici molto diversi tra loro e in continuo contrasto, si alleano però contro il mondo esterno che vuole danneggiarli. Il sapore, più che di un film di Billy Wilder, è quello di un film di Bud Spencer e Terence Hill ma con meno scazzottate. A questo contribuisce anche la musica alla Pino Donaggio e il tipo di espressività scelta da De Luigi per il suo personaggio (molto Bud Spencer). A stemperare il clima goliardico, un’amarezza di fondo e naturalmente un maggior realismo della messa in scena.
Alla sua terza regia, Fabio De Luigi dimostra maturità espressiva, non cerca soluzioni ardite per dimostrare bravura ma si tiene al servizio della storia che racconta.
È come interprete che però stupisce. Se il cinema italiano lo utilizza quasi sempre nel ruolo del milanese superficiale e godereccio, ma con un risvolto tenero, in 50km all’ora si regala un convincente personaggio dal carattere burbero, represso, dalle movenze orsine e una certa depressione di fondo, molto convincenti e coinvolgenti. Anche questo naturalmente è funzionale al racconto, dovendo fare da contraltare al fratello, molto ben interpretato da Stefano Accorsi, che al contrario è magro, iperattivo ed estroverso come un venditore di piazza. È un uomo in carriera superficiale in tutto per paura, con un fondo di amarezza e di acredine.
Ovvia ma indubbiamente efficace la scelta di Alessandro Haber nel ruolo del padre cinico e scostante.
Bruno Di Marcello
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