dal 31 marzo al 14 aprile si è tenuto a Vilnius, in Lituania, la XXI edizione del festival internazionale del cinema (Kino Pavasaris). Dal 2009 vi è la sezione “New Europe – New Names” la cui caratteristica è quella di premiare le opere prime di autori dell’Europa dell’Est.
Quest’anno il premio è andato a pari merito a due produzioni. Una è un’opera dalla Repubblica Ceca, dei registi Petr Kazda e Tomas Weinreb, intitolata “I, Olga Hepnarova” che narra di una giovane donna omosessuale impiccata per omicidio 40 anni fa dopo che nel 1973 investì con un camion un gruppo di persone a Praga.
Mentre l’altra, dal titolo “Thirst” (Jajda), prodotto da Konstantina Manolova e diretto della regista Svetla Tsotsorkova (classe 1977) è un film bulgaro che tramite la metafora della scarsità d’acqua che affligge una famiglia che si sostiene lavando la biancheria degli hotel, indaga in realtà sull’umana inestinguibile sete d’amore . L’interprete femminile di questo film bulgaro è l’attrice Monika Naydenova, al suo debutto, a cui è andato il premio come migliore attrice.
l premio come miglior attore è stato assegnato invece al serbo Uliks Fehmiu per il suo ruolo nel film di Ines Tanovic intitolato “Our Everyday Life” (Nasa Svakodnevna Prica), il ritratto della vita di tutti i giorni di una famiglia bosniaca.
Il premio come miglior regista è andato alla polacca Agnieszka Smoczynskafor per “The Lure” (Córki dancingu) che narra di un singolare triangolo amoroso tra due “sirene” sorelle innamorate dello stesso ragazzo.
Per gli amanti del Noir segnaliamo anche la coproduzione (Olanda, Serbia, Grecia) “Humidity” (VLAŽNOST), diretto dal regista serbo Nikola Ljuca. Presentato al forum della 66^ Berlinale è una torbida storia di una moglie affascinante quanto infedele misteriosamente scomparsa e del suo opaco marito.
Tranne la felice ma locale eccezione di “Thirst” che è passato alla 34^ edizione del Bergamo Film Meeting lo scorso marzo, è difficile dire se mai questi film approderanno in Italia, ma è di conforto sapere che ormai lo sviluppo del digital delivery rende disponibili dei film che altrimenti ci sarebbero preclusi. Unico scotto da pagare è familiarizzare con i sottotitoli, uno sforzo lieve che molti paesi superano brillantemente da sempre.
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