Non convince né avvince The transfiguration, opera prima di Michael O’Shea, presentato nella sezione “Un certain regard” al Festival del cinema di Cannes.
Milo, adolescente nero americano, vive col fratello in una condizione di privazione sociale ed affettiva. Una sera conosce Sophie, una ragazza con tratti borderline. Ne nascerà un legame particolare, basato sulle solitudini reciproche.
Se il soggetto si fosse limitato a questo, avremmo visto un film drammatico, sicuramente non originale, ma ben recitato.
Purtroppo vengono inseriti i vampiri, in cui il protagonista si identifica, sulla base (forse ) di un disturbo post traumatico subito tempo prima. Questa forzatura non giova al film che non diventa un vero horror, nonostante le scene splatter. Peccato.
Sabrina Dolcini
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