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Addio Michael Herr

Si è spento lo scorso giovedì sera in un ospedale di New York Michael Herr, uno degli autori americani che ha saputo raccontare del Vietnam con sguardo acuto ed esatto. Aveva 76 anni e nella sua carriera aveva avuto una nomination agli Oscar per la sceneggiatura di Full Metal Jacket di Stanley Kubrick, che lo ingaggiò dopo aver letto il suo romanzo di denuncia intitolato Dispatches, ora divenuto un classico sul tema. “Se pensi di non voler leggere più nulla sul Vietnam, hai torto” Scrisse il critico letterario del New York Times John Leonard quando uscì il libro.

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E’ anche l’autore della voce narrante di Apocalypse Now di Francis Ford Coppola che volle collaborasse con lo sceneggiatore John Milius poiché, come ebbe a dichiarare lo stesso regista,”Il mio non è un film sul Vietnam, il mio film è il Vietnam” . Come dimenticare la voce interiore del capitano Willard  all’inizio del film che fece saltare il coperchio sopra la pentola del Vietnam : “volevo una missione e per scontare i miei peccati me ne assegnarono una”? Era nato a Syracuse, nello stato di New York , e a chi crede all’astrologia farà piacere sapere che Herr era dell’ariete e a testa bassa ha sempre denunciato la follia della guerra contro ogni interesse e convenienza personale.

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“A condurre la guerra era un gruppo di clown con quattro stelle che avrebbero finito per dar via tutto il circo” (ancora il capitano Willard interpretato da Martin Sheen) Siamo convinti che lotterà ancora, ma da una posizione privilegiata.

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autobiography - il ragazzo e il generale

Al cinema dal 4 Aprile

Rakib, un giovane ragazzo indonesiano, diventa assistente di Purna, ex generale del regime in pensione. Quando Purna inizia una campagna elettorale per essere eletto sindaco, Rakib si lega all’uomo, diventato per lui mentore e figura paterna. Un giorno, però, un manifesto elettorale di Purna viene trovato vandalizzato: un gesto che avrà conseguenze inimmaginabili per entrambi.
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i film per non dimenticare

27 Gennaio 2024

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Nelle sezione “Guerra” sul nostro sito potrete quindi trovare capolavori come “I figli di Hitler”, un’aspra critica del regista Edward Dmytryk sull’educazione hitleriana, al vincitore del Festival di Locarno “Rotation” e il film perduto della propaganda nazista “Das Ghetto”.

Le muse impenitenti

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