Il clamore delle accuse di violenza sessuale al ticoon della Miramax non accenna a diminuire, anzi aumenta con il moltiplicarsi delle rivelazioni. Ma al di là della sorte di questo personaggio, che oltretutto impersonifica fisicamente lo stereotipo del maialone grasso e sudato, di cui ci interessa ben poco, sorge naturale porsi il problema morale di quello che succede tra uomo e donna e di quanto siano distanti gli americani dagli italiani.
La donna, molto spesso, è cosciente del potere attrattivo che esercita sull’uomo e lo esalta, con vestiti, scarpe, atteggiamenti. Fa tutto parte della libertà individuale, ci mancherebbe altro, e il mondo dello spettacolo è composto anche di apparenza, se non prevalentemente, ma non c’è dubbio che l’uomo venga sollecitato nei suoi più bassi, originari, istinti da una supposta disponibilità della donna a farsi quantomeno guardare.
Nulla di strano, tutto abbastanza naturale, il desiderio è il motore della attrazione e l’attrazione spinge al rapporto e alla procreazione. Senza desiderio non ci sarebbe l’unione.
Jane Fonda prova i costumi del film “Barbarella”
La donna però, talvolta, utilizza il desiderio come un arma, e l’uomo utilizza in cambio il potere come arma.
Facciamo un esempio: la donna esercita il suo fascino esponendosi talvolta completamente, facendosi mirare, e l’uomo è un personaggio comune, senza potere, senza ascendente. Cosa succede in questo caso? Il nostro uomo è succube dell’immagine, diviene adorante, fan, si prostra, è pronto a tutto pur di avere una minuscola frazione del tempo di lei.
Oppure viceversa: lui è potente e ambizioso e lei vuole affermarsi, cerca spazio, è solo bella e sconosciuta, ha solo l’arma del desiderio, che è però affilata. Il nostro uomo, allora, esercita il potere, si afferma, concede i suoi servizi in cambio della bellezza, paga il rapporto con il lavoro. Orrendo, non c’è dubbio, ma capita tutti i giorni: le donne belle lo sanno, alcune sono incapaci di gestire il rapporto, altre ne approfittano, altre ancora si sposano l’uomo potente.
Nel nostro paese di Weinstein ce ne sono centinaia, nello spettacolo, nelle televisioni in Rai, nelle aziende, ma noi siamo più tolleranti, una mano sul sedere non è nulla, una strusciatina è doverosa, una raccomandazione è naturale. Un celebre avvocato penalista disse: “se la Rai potesse utilizzare l’energia sessuale al posto di quella elettrica risparmierebbe miliardi”. Come ci si assicura un posto in prima fila? Così, ognuno combatte come può e con le armi che ha, gli uomini brutti e rattosi esistono, sono la maggioranza, e spesso sono potenti; donne belle ce ne sono, e non tutte sono intelligenti o capaci.
La scorciatoia del sesso, anche quello rubacchiato, quello nato dalla fantasia maschile, diviene l’autostrada per arrivare. Weinstein pretendeva, anche nelle occasioni italiane, che ci fosse merce fresca, aveva assunto un reclutatore Fabrizio Lombardo, oppure si accontentava di Asia Argento durante le vacanze festival: era fatto così, si era abituato così, e gli altri rispettavano le sue esigenze!
Non aveva remore, semmai ringraziava con una particina, che alle sue vittime però serviva.
Asia Argento non è la Duse, e come molte altre non vive di talenti naturali, non spicca nel gruppone delle attrici. Oggi si pente e guadagna la cronaca, ma quanto di calcolo c’era nel sopportare il porcone Weinstein, che lui si era in grado di valutare le capacità altrui? I ricatti sessuali intendiamoci, sono sempre da condannare e i colli di bottiglia professionali sono un attentato alla società: in Italia, nello spettacolo, ci sono solo colli di bottiglia, e talvolta a sorvegliare ci sono uomini meschini e pronti ad approfittare. Ma le donne di questa epoca lo sanno bene e rischiare è pericoloso e si può evitare.
Più di un anno fa, su “Il Borghese”, pubblicavo un articolo profetico dal titolo “La televisione sessuale” nel quale scrivevo…. “le donne scosciate all’inverosimile delle trasmissioni sportive che vanno per la maggiore, sono l’offerta televisiva che oggi paghiamo con il canone: le farfalline inguinali di donne votate a tutto, pronte a tutto sono l’esasperazione di annunciatrici incapaci dotate di corpi seducenti e di sguardi promettenti in un continuo superamento dei limiti cui sembra i dirigenti televisivi siano diventati succubi” e concludevo nel finale…. “l’uomo è quell’animale che nasconde a stento la sua impulsività e che ogni tanto si lascia andare ad una sottile libidine, con le dipendenti, con le passeggere di un autobus, con le ragazze al parco.” Non è cambiato molto da allora, ma l’America ha scoperto Weinstein con le mani nel sacco: ogni tanto una vittima fa bene, serve come esempio per un po’ di mesi.
Michele Lo Foco
No comment yet, add your voice below!