- REGIA: Cédric Jimenez
- ATTORI: Jason Clarke, Rosamund Pike, Jack O’Connell, Jack Reynor, Thomas M. Wright, Mia Wasikowska, Stephen Graham, Enzo Cilenti, Geoff Bell
Germania, anni Trenta, in piena ascesa nazista il gerarca Reinhard Heydrich (Jason Clarke) viene promosso e trasferito insieme alla moglie Lina (Rosamund Pike), anche lei grande sostenitrice dell’ideologia hitleriana, in Cecoslovacchia come vicegovernatore di Boemia e Moravia. Da qui la sua carriera nelle frange del Regime riceve una netta impennata, complice una proverbiale ferocia e crudeltà che gli avvale tra i suoi colleghi l’appellativo di “Uomo dal cuore di ferro”. Questo generale così spietato e all’apparenza inscalfibile, sarà assassinato nel corso dell’Operazione Anthropoid dai paracadutisti Jozef Gabčík e Jan Kubiš (Jack Reynor e Jack O’Connell), inviati a Praga da Londra.
Il film è un adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo dello scrittore francese Laurent Binet, il titolo “HHhH” si riferisce all’acronimo del tedesco “Himmlers Hirn heißt Heydrich”, ovvero “il cervello di Himmler si chiama Heydrich”. L’uomo è noto infatti per essere stato braccio destro di Himmler e vera mente della “soluzione finale della questione ebrea”, avendo ideato lo sterminio di massa.

Il giovane regista francese Cédric Jimenez suddivide la pellicola in tre momenti. Se nella prima parte viene introdotta la figura di Heydrich, della sua famiglia e dell’ascesa al potere per cui l’uomo sacrifica attenzioni e cure verso la moglie (la quale nonostante le frizioni appare comprensiva e profondamente fedele alla causa del regime, con un’onestà e dedizione che riesce quasi a far apparire la cosa naturale); nella seconda la cinepresa si sposta sui due giovani attentatori, mostrando le fasi preparatorie al primo e unico omicidio della Seconda guerra mondiale che riuscì a far cadere un gerarca nazista, aprendo così una breccia nel potere del Terzo Reich. I due nell’attesa di pianificare l’attacco trovano ospitalità presso famiglie praghesi con le quali istaurarono forti legami. Nella terza parte vengono raccontati gli esiti successivi all’assassinio, con la caccia al colpevole delle SS e la lotta dei due per la sopravvivenza.
In questo biopic war drama dalla ricostruzione storica e dei costumi tutto sommato efficace, lo sviluppo non riesce forse a svincolarsi con originalità dalla tematica ormai attraversata in lungo e in largo, e, questo, pur avendo un ottima occasione per farlo: trattare il tema dalla prospettiva inusuale della Resistenza ceca all’occupazione tedesca. Il film affronta il dilemma tra l’arrendersi per salvaguardare le proprie vite e quelle delle persone care o continuare a combattere, sacrificando tutto in nome di un ideale più grande, anche solo per lasciare un segno, un traccia, per quanto simbolica e insufficiente a cambiare il corso degli eventi.

Peccato per la brava interprete di Gone Girl Rosamund Pike, che quasi scompare opacizzata da una sceneggiatura che non le rende molto spazio.
Per la durata complessiva di 120 minuti c’era forse tempo per approfondire meglio le varie psicologie dei protagonisti; nessuno dei personaggi infatti si risolve in una lettura davvero completa, nemmeno lo stesso Heydrich.
Le riprese del film sono iniziate a Praga e a Budapest nel 2015 e, in distribuzione dal 2017, lo vedremo nelle sale italiane dal 24 gennaio.
Jessica Sottile