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Directors: Garry Keane, Andrew McConnell; cinematography: Andrew McConnell; editing: Mick Mahon; music: Ray Fabi; producers: Brendan J. Byrne, Garry Keane, Andrew McConnell, Paul Cadieux; production companies: Real Films, Filmoption Internationals, Fine Point Films, Gebruder Beetz Filmproduktion; Running time: 91’

È difficile immaginare che qualcuno viva una vita normale nella Striscia di Gaza, spesso definita la più grande prigione a cielo aperto del mondo. Questo documentario è un meraviglioso ritratto di chi abita in quel luogo, gente normale che vive una vita piena nonostante le macerie causate dal perenne conflitto. Gaza ci mostra persone afflitte dagli scontri ma non definite da essi, e traccia un delicato affresco su un’umanità assediata.

It’s hard to imagine anybody living a normal life in the Gaza Strip, frequently labeled as the world’s largest open-air prison. This documentary is a beautiful portrait of everyday Gazan citizens, leading meaningful lives beyond the rubble of perennial conflict.

Gaza depicts a people plagued by conflict but not defined by it, painting a tender portrait of a beleaguered humanity.

Garry Keane, originario del Donegal, ha studiato cinema a Londra e alla Irish National Film School. Laureatosi nel 1992, ha lavorato come direttore della fotografia a New York e a Londra, prima di stabilirsi in Irlanda e dirigere documentari negli ultimi 25 anni. Nel 2001 ha fondato la Real Films, e finora i suoi documentari hanno ricevuto 4 premi IFTA su 11 nomination.

Andrew McConnell è un pluripremiato fotografo, il cui lavoro si è spesso concentrato sulle zone di conflitto, come Siria, Congo, Sahara Occidentale. Nato in Irlanda e residente a Beirut, negli ultimi 8 anni ha lavorato nel Medio Oriente. Gaza è il suo primo impegno come filmmaker, continuazione di un progetto fotografico su quelle terre assediate iniziato nel 2010.

IRISH FILM FESTA

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autobiography - il ragazzo e il generale

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i film per non dimenticare

27 Gennaio 2024

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Nelle sezione “Guerra” sul nostro sito potrete quindi trovare capolavori come “I figli di Hitler”, un’aspra critica del regista Edward Dmytryk sull’educazione hitleriana, al vincitore del Festival di Locarno “Rotation” e il film perduto della propaganda nazista “Das Ghetto”.

Le muse impenitenti

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