Regia: Anna Agnelli
Uscita in sala: solo il 2, 3 e 4 maggio
Genere: documentario
Interventi di: Swami Amritaswarupananda Puri, Swamini Krishnamrita Prana, Swamini Amritajyoti Prana, Swami Shubamritananda Puri, Swami Shantamritananda Puri, la dottoressa Bhavani Rao, l’ex nuotatore olimpico finlandese Matti Rajakyla (Akhilesh), il ricercatore Sreeram Kongeseri
Il documentario di Anna Agnelli racconta le grandi imprese umanitarie di Amma (Mata Amritanandamay), la donna conosciuta in tutto il mondo per il suo abbraccio di benedizione (darshan) e per il suo impegno quotidiano nel sociale.
Il documentario, attraverso le testimonianze di chi l’ha conosciuta e la segue tuttora, mette in luce il percorso di Amma sin dagli esordi quando già da bambina, cresciuta in un villaggio del Kerala da una famiglia di pescatori, inizia ad abbracciare i bisognosi e a nutrire gli animali con gli scarti alimentari, ponendo così le basi di un cammino segnato dall’empatia e dalla consapevolezza.
La sua spiritualità ha coinvolto milioni di persone da tutto il mondo che hanno deciso di seguirla e unirsi nella sua impresa di colmare i vuoti della società odierna, creando quindi ospedali ad accesso gratuito (o quasi), garantendo istruzione, riparo e soccorso a tutte e tutti, anche nei villaggi più remoti ed educare le persone alla tutela del mondo e dell’ambiente.
Una spiritualità quindi che diventa sinonimo di umanità, di dignità, dove la forza e il carisma di una donna riescono a guidare la massa verso un unico obiettivo: la creazione di un mondo migliore, più sostenibile, democratico e libero.
Immenso il lavoro di Anna Agnelli che esordisce con un documentario girato alla perfezione, tenendo conto anche delle difficoltà affrontate in questi ultimi due anni segnati dalla pandemia. L’attenzione posta sulle parole, sugli abbracci e sulle idee è lodevole ma anche le immagini non hanno uguali, si imprimono nella memoria in maniera indelebile e la regista è riuscita in un intento davvero meritevole, per niente banale o facile.
Impeccabile la fotografia e le riprese, con particolari che riescono a trasmettere il senso mistico-filosofico-spirituale. I colori, il contesto unico di quella parte del mondo insieme ad un montaggio che immagino sia stato pensato e realizzato meticolosamente dopo anni di riprese (probabilmente andrebbero dedicate delle ore per parlare solo di questo aspetto).
Complimenti quindi alla regista, a questa sua opera prima e alla produzione che ne ha permesso la realizzazione.
Penso che andare a vederlo in sala sia l’unica opportunità per apprezzarlo.
Francesca De Santis
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