Volendo abbandonare per un attimo le polemiche per innalzarci a pensieri più costruttivi e connettere il settore dell’audiovisivo al contesto sociale, prima Aristotele poi dopo molto tempo Hegel sostennero che la realizzazione dell’individuo è possibile solo all’interno di una comunità che garantisca ai suoi membri l’opportunità di crescere e formarsi.
L’essere umano è in grado di realizzare i suoi obiettivi unicamente in una comunità organizzata, trasparente ed equa.
In particolare nelle espressioni artistiche l’ambiente incide profondamente sulla capacità dell’individuo di esternare le proprie pulsioni ed i propri talenti e qualsiasi impedimento di ordine burocratico nonché di ordine impositivo, per quanto posto con la sistematicità del potere, fa sì a lungo andare che si crei una frattura tra cultura e risultati che conduce inevitabilmente alla convenzionalità.
Infatti mentre in un ambiente ostile, dittatoriale, malefico possano sorgere grida di sopravvivenza che contengano tracce dell’anima, in una comunità accomodante ma controllata da forze occulte e dall’ipocrisia del potere non dichiarato ma esercitato, le voci della cultura come espressione individuale e collettiva di un’arte o di un mestiere vengono man mano atrofizzate fino al punto di diventare unicamente espressione dei rappresentanti del potere sia politico che amministrativo.
In un contesto siffatto non v’è più spazio per le eccellenze, per i primati, perché queste eventualità non sono né gradite né soprattutto controllabili e potrebbero andare a limitare le manovre discrezionali dei burocrati.
Per comprendere la nozione hegeliana di libertà è necessario conciliare l’idea di autonomia con quella di una comunità che non sia intesa quale limite ai desideri individuali né quale realtà meccanicista: è altresì evidente che da allora ad oggi i metodi di controllo delle espressioni si sono talmente evoluti che pare quasi difficile individuarli se non con una specifica azione di verifica e di controllo da parte di chi conosce perfettamente le materie. Laddove la libertà sembri avere più spazio, può essere verificata una maggiore distanza tra potere politico e potere amministrativo, nel senso che quest’ultimo si pone come interesse primario, almeno nella teoria, quello di creare le condizioni di equità sociale senza dover rispondere a potentati che perseguono interessi personali. Laddove invece il potere amministrativo è sottoposto a quello politico, senza alcun rispetto di professionalità e dignità personale, allora la libertà individuale è necessariamente condizionata da regole studiate specificamente per consentire la maggiore discrezionalità possibile e la minore possibilità di reclamo, con il risultato che l’intero paese perde di autorevolezza e di ricchezza, diventando territorio di bande, di circoli, di speculatori e di cialtroni che tutto possono realizzare tranne arte ed in particolare cinema, che più di tutte le arti ha bisogno di armonia, di collaborazione, e di libertà.
Avv. Michele Lo Foco
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