L‘Orso d’Oro va a Dahomei di Mati Diop, un docufilm che racconta la storia delle opere d’arte restituite al Benin nel 2021 dopo essere state rubate dai colonizzatori francesi nel XIX secolo.
Senza nulla togliere alla pellicola e alla sue sfumature anticolonialiste, altri film avrebbero meritato L’Orso d’Oro come Sterben che si é dovuto ‘accontentare’ del premio per la migliore sceneggiatura.Abbastanza inspiegabile anche il secondo premio al film A Traveler’ s Needs di Hong San-soo che manca ancora una volta l’Orso d’Oro e conquista il quarto Orso d’Argento.
I due film italiani rimangono a bocca asciutta.
Grandi numeri per i biglietti venduti e la presenza molto alta e in crescita rispetto allo scorso anno al Mercato.
È anche l’ultimo anno del direttore Chatrian che ha voluto dare negli anni del suo mandato al Festival un taglio più autoriale, ‘locarnesco‘, trovandosi schiacciato tra Cannes e Venezia che ormai la fanno da padroni nella scelta dei film delle kermesse.
Qualunque sia la valutazione finale é certo che il cinema, che qualcuno aveva visto in crisi con la Pandemia, é più vivo che mai. Ancora una volta sfatiamo con piacere la celebre frase dei fratelli Lumière ripresa da Jean-Luc Godard nel 1963 “Il cinema è un’invenzione senza futuro” .
Grande e lunga vita alla settima arte.
Serena Pasinetti
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