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C’era una volta Cannes

Il 2018 sarà ricordato come l’anno peggiore del festival di Cannes: pochi operatori, film modesti, acqua a catinelle, un disastro.

Se poi a tutto questo aggiungiamo l’ottusità degli impiegati al mercato, con le loro regole sulla inacessibilità allo spazio commerciale per coloro che non sono descritti su internet come legati al settore, si raggiunge anche il massimo della inefficienza. Secondo questi impiegati, internet è la prova assoluta dell’’appartenenza al cinema, e pertanto un avvocato che desideri, pagando, raggiungere i propri clienti o rendersi conto del mercato non può entrare: se invece un cialtrone ha un biglietto da visita con un marchio cinematografico, può entrare.

E’ vero, gli italiani sono superficiali, ma i francesi sono realmente e profondamente antipatici. C’è di più: un cappuccino costa dieci euro, un croissant quattro euro, alla faccia di Venezia, dove un caffè all’Excelsior viene valutato nove euro.

È la kermesse della “presa in giro”, con la differenza però che a Cannes ancora oggi si può trovare qualcosa di meno caro spostandosi un pò dal palazzo del Cinema, mentre a Venezia Lido no.

Il risultato di tutto questo è che molti operatori non sono venuti, alcuni sono rimasti meno giorni, le transazioni sono diminuite, le televisioni si sono offese, i prodotti sono modesti e il cinema prosegue la sua corsa verso il baratro.

Il clima di attenta sorveglianza militare ha poi compromesso quella che era la caratteristica migliore del Festival, vale a dire la gioia festaiola proposta in strada, nei grandi alberghi, nelle case, sul mare.

Una volta stuoli di belle ragazze correvano sulla Croisette mimando i personaggi dei film e offrendo gadget e volantini, mentre navi mirabolanti stazionavano nel golfo e nel porto gareggiando nel lusso più estremo.

Tutto questo nel 2018 è oscurato dalla paura di attentati, e i pochi attori internazionali lesinano la loro presenza, preferendo la tranquillità degli alberghi. Così anche Cannes, l’inespugnabile, si arrende al declino

Michele Lo Foco

autobiography - il ragazzo e il generale

Al cinema dal 4 Aprile

Rakib, un giovane ragazzo indonesiano, diventa assistente di Purna, ex generale del regime in pensione. Quando Purna inizia una campagna elettorale per essere eletto sindaco, Rakib si lega all’uomo, diventato per lui mentore e figura paterna. Un giorno, però, un manifesto elettorale di Purna viene trovato vandalizzato: un gesto che avrà conseguenze inimmaginabili per entrambi.
Con un ritratto intimo di due generazioni che vivono sotto lo stesso tetto, il regista Makbul Mubarak ripercorre un doloroso periodo storico della sua nazione con un thriller intenso, che presenta forti risonanze con la contemporaneità ed una forte universalità del tema della lealtà e della vicinanza al potere.

i film per non dimenticare

27 Gennaio 2024

In occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio) ci sembra opportuno segnalarvi una selezione di film nel nostro catalogo che sono stati fondamentali nel racconto di ciò che è successo durante gli anni della dittatura nazista: dai film di propaganda ai documentari, dalle prime opere realizzate nella Germania Est al cinema hollywoodiano, per conoscere il ruolo fondamentale della settima arte nella storia, nonché importante strumento di conoscenza. 

Nelle sezione “Guerra” sul nostro sito potrete quindi trovare capolavori come “I figli di Hitler”, un’aspra critica del regista Edward Dmytryk sull’educazione hitleriana, al vincitore del Festival di Locarno “Rotation” e il film perduto della propaganda nazista “Das Ghetto”.

Le muse impenitenti

L’associazione e compagnia teatrale le Muse Impenitenti, Marinetta Martucci e Arianna Villamaina, due attrici potentine, tornano a calcare il palcoscenico con una nuova esilarante ed originalissima commedia: Come lo zucchero per il caffè – ‘‘O Teatro è ‘o paese d’ ’o vero. Una commedia divertente e con performance di danza fuori le righe, che ci trasporta in un musical vero e proprio per poi allietare il pubblico con una sorpresa golosa. Lo spettacolo è un contenitore di arte a tutti gli effetti ed è un inno alle mille sfaccettature che in essa sopravvivono.