Il 4 Luglio si è aperta a Riccione la settima edizione della manifestazione dell’industria cinematografica nazionale, con presentazioni delle anteprime dei distributori nazionali ed esteri, convegni, dibattiti ed eventi.
Il leitmotiv di questa edizione è: il cinema è in crisi!
Ripetuto non solo dagli indipendenti, ma anche e soprattutto dalle major.
Il primo incontro dibattito:
RAPPORTO SUL CINEMA ITALIANO IN SALA. COME RILANCIARE UN BINOMIO STRATEGICO PER TUTTA LA FILIERA
si è tenuto con;
Richard Borg (Universal pictures)
Paolo Del Brocco (AD Rai Cinema)
Gianantoni Furlan (AD IMG Cinema)
Gianpaolo Letta (Vicepresidente Medusa Film)
Nicola Maccanico (AD Vision Distribution)
Andrea Occhipinti (CEO Lucky Red)
Luciano Stella (CEO Stella Film)
Quello che si nota e che sono tutti professionisti del settore da molti anni e nonostante tutta la loro esperienza e capacità la crisi del cinema avanza inesorabilmente.
La domanda che mi pongo è, ma non si può far intervenire anche personaggi che non hanno questo alto profilo ma che magari abbiano delle idee più orientate ai desiderata delle persone che poi sono il pubblico, l’utente di questo settore???, un po’ come parlare di cattolicesimo solo con dei preti e lamentarsi che stanno perdendo i fedeli alla messa senza avere i pareri di chi non frequenta più, ma anche chi in modo molto razionale, con statistiche e interviste (i classici sondaggi) indaga, chiedendo semplicemente del perché hanno abbandonato, il magico mondo del cinema.
Nel dibattito con gli esercenti, è emerso il prezzo del biglietto a 2 euro, che nonostante sia stato condiviso, inizialmente da tutti (esercenti, produttori e tutta la filiera), non ha dato i frutti sperati, anzi sembra che, confrontando il prezzo con gli altri giorni (chiaramente più alto), si sia ritorto contro.
La critica in un Paese democratico è legittima, ma la mancanza di un contraddittorio e di proposte, anche solo di idee da sviluppare, come dei progetti futuri, è totale.
Accettare una realtà che sembra stia cambiando il modo dell’intrattenimento in favore dello streaming tanto sottolineato da tutti, menzionando solo società straniere e dimenticandosi quelle italiane (una come esempio Chili e non capisco il perché).
Probabilmente questo fenomeno è iniziato con le pay tv che ti permettevano di godere di una passione, che per noi italiani è stata da sempre il calcio, comodamente da casa tua, senza trovare parcheggi impossibili davanti allo stadio e tutti gli annessi e connessi dovuti a prezzi sempre più costosi, dai biglietti venduti dai bagarini alle birre a prezzi da champagne.
Purtroppo ne è venuto fuori che delle realtà come Rai e Medusa devono parlarsi di più, ovvero creare un unico interlocutore che egemonizzi il settore maggiormente.
Questo risultato si evince anche dagli spazi dedicati alle proposte delle major, che avendo più disponibilità propongono le loro novità alla maniera del marchese del Grillo: io sono io e voi non siete… nessuno. Rendendo sempre più arido il terreno che vogliamo coltivare.
Proviamo a dare lo stesso spazio e lo stesso tempo a tutti, in modo che non influenzino le scelte dell’esercente, che sono sicuro non ha bisogno di lustrini o effetti da meraviglia per capire quale prodotto deve offrire al suo pubblico che come ben sappiamo è variegato e multicolore e non standardizzato.
Alla fine devo dedurre che quello che un tempo la videoteca poteva proporre (anche se in maniera vetusta, con l’anda e rianda del film) ovvero una scelta variegata o molteplice; ora il testimone passa alla VOD, sempre sperando che l’offerta sia assortita e non solo in mano a uno o due player, per una concorrenza sana e democratica.
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