La vicenda di Cinecittà si arricchisce di un ulteriore elemento sospetto, in quanto la procura di Bari, tramite le intercettazioni della Guardia di Finanza, ha scoperto che BNL grazie al lavoro del dirigente Pignataro, in sette ore ha concesso a Cinecittà Studios un finanziamento di quindici milioni di euro per consentire allo stesso Abete di cedere l’azienda allo Stato.
Bisogna riconoscere che ormai in Italia è tutto possibile ad alcuni personaggi, e che non c’è alcuna remora, né vergogna, né paura, ad attuare macchinazioni di palese illeicità, quasi che l’impunità sia un dato acquisito.
La storia di cinecittà è stata ben descritta da Report, in una puntata storica, ed è stato ben spiegato che tramite il colpevole operato di Gaetano Blandini l’azienda teatri di posa fu ceduta agli imprenditori guidati da Abete al grido di: basta baracconi di Stato, arrivano i privati che risolveranno il problema. I sindacati, corrotti, si guardarono bene dal fiatare e Abete divenne finalmente il capo di un monopolio di studi che comprendeva anche l’ex DinoCittà.
Fu l’inizio del disastro. Da quel momento fino a ieri l’operazione ha portato solo altri debiti, incuria, abbandono, il tutto mascherato da mediocri operazioni di facciata tipo il museo. Il risultato è che Abete, carico di debiti, ha cercato di scaricare di nuovo la patata bollente allo Stato al grido inverso di: finalmente lo Stato torna a guidare gli stabilimenti, abbasso i privati.
Ed eccoci alla Procura di Bari e alla BNL. A ben guardare tutte queste operazioni sono state truffaldine, dalla prima all’ultima, ma il dato più rilevante è che questo scaricabarile non ha avuto mai una logica industriale, è stato solo un pasticciaccio all’italiana che non ha visto ancora il vero epilogo, perché mi faccio profeta di sventure, lo Stato riuscirà a perdere decine di milioni di Euro.
Michele Lo foco
No comment yet, add your voice below!