Il film è un riadattamento cinematografico della famosa commedia teatrale di fine 800 in cinque atti Cyrano de Bergerac di Rostand. La novità in questa produzione è stata rappresentare la nota opera sotto forma di musical, attraverso canzoni eseguite dal vivo.
Il regista Joe Whright (Orgoglio e Pregiudizio 2005, Espiazione 2007, Anna Karenina 2012, L’ora più buia 2017) dichiara che “la musica è sempre stata una parte enorme della mia vita e della mia arte”, e come tale risuona, carica di vitalità e libertà, per tutto il lungometraggio. Whright definisce questa come la sua “produzione più folle”, realizzata in un periodo, tra il 2020 e il 2021, in cui il mondo si era fermato a causa della pandemia. In effetti il film si discosta parecchio – per stessa ammissione del regista – dai precedenti lavori, ed esprime una ricerca di novità e mancanza di regole che proprio gli effetti del lockdown hanno risvegliato nella sua mente.
La storia è uno dei triangoli amorosi più conosciuti di sempre. Cyrano de Bergerac, interpretato da un eccezionale Peter Dinklage (Elf 2003, Le cronache di Narnia 2005, I Care a Lot 2020) è uno spadaccino che incanta anche per la sua inconsueta eloquenza. Tuttavia, a causa del suo aspetto fisico, non si sente all’altezza dell’amica d’infanzia Roxanne (Haley Bennett) di cui è segretamente innamorato da molto tempo. Quando lei però chiederà il suo aiuto per stabilire un contatto con l’uomo per il quale ha avuto un colpo di fulmine, Chirtisnan (Kelvin Harrison), lui vorrà mettere da parte i suoi sentimenti e fare in modo che questa storia abbia un seguito. Si prodigherà quindi affinché Christian possa corteggiare con le giuste parole l’esigente Roxanne, fino a scrivere di suo pugno le lettere d’amore che lui le invierà, mettendo al servizio del bell’uomo il suo talento e la sua padronanza nella scrittura.
Per l’ambientazione dei primi tre atti è stata scelta la meravigliosa città barocca di Noto. La guerra, invece, ci porta con un feroce hard-cut sull’Etna, a 5.000 metri di altitudine. I meravigliosi costumi sono invece una rivisitazione contemporanea di abiti dell’epoca.
Tutti i personaggi di questa commedia vorrebbero trovare una connessione con l’altro. Questo poiché si sentono innamorati, ma allo stesso tempo non degni di essere corrisposti, al punto da mancare ripetutamente di stabilire un legame con l’oggetto del proprio amore.
Nel “dramma” c’è il senso dell’intera pellicola: grazie ai comportamenti dei protagonisti ci sentiamo vicini a loro e sperimentiamo il senso di connessione perduto che proprio il regista vuole indurci a ritrovare.
Al cinema il 3 Marzo
Jessica Sottile
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