Manfredi è un architetto molto noto a Torino: vive solo dopo la morte della moglie e talvolta riceve le visite della figlia Francesca, che abita a Parigi con il marito finanziere e la figlia adolescente.
A seguito di un infortunio domestico, Francesca si trasferirà a Torino per assistere l’anziano padre: l’uomo, insoddisfatto delle scelte compiute da Francesca nella vita, tenterà di reintrodurla nel proprio studio di architettura, gestito mirabilmente da Massimo, delfino di Manfredi.
Dove non ho mai abitato, quarto lungometraggio del regista Paolo Franchi, ci presenta un affresco un po’ di maniera in cui si dipanano passioni, illusioni, rimpianti di una famiglia dell’alta borghesia piemontese.
Una fotografia mirabile, curata da Fabio Cianchetti, coadiuva la narrazione e l’intreccio delle vite dei protagonisti, i cui interpreti sono conosciuti al grande pubblico (Emmanuelle Devos, Fabrizio Gifuni e Giulio Brogi nel recente Fai Bei Sogni di Marco Bellocchio).
Dove non ho mai abitato è certamente un film ben girato, con attori di gran livello e con un’attenzione agli interni quasi maniacale: risulta però freddo e distaccato, non riesce a trasmettere allo spettatore le fragilità e le ambivalenze psicologiche dei protagonisti.
Dal 12 ottobre al cinema.
Sabrina Dolcini
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