Genere: Drammatico, Fantastico
Durata: 105′
Con: Andrew Scott, Paul Mescal, Jamie Bell, Claire Foy
Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Golden Globes, 6 candidature a BAFTA, 1 candidatura a Critics Choice Award, 3 candidature a Spirit Awards, 12 candidature a British Independent (di cui ne ha vinte 7) ed è stato premiato al National Board. Un film così potente che abbiamo deciso di recensirlo da tre angolazioni, i tre sguardi delle nostre critiche di punta: Miriam, Pia e Serena.
- “Il blocco dello scrittore è uno stato di sospensione del tempo e dello spazio che circonda il protagonista. È come trovarsi in un limbo creativo dove le idee non fluiscono, trovandosi intrappolati in un momento indefinito. Questo stato può creare emozioni intense, come frustrazioni, ansie, tristezze. Tuttavia riflettere sulle proprie abitudini o sulle esperienze passate può fornire preziose intuizioni su come uscire dagli ostacoli presenti e trasformare i pensieri e i sentimenti in parole scritte può fornire un espediente creativo, inesprimibile in altri modi.
Adam è uno scrittore, sceneggiatore in crisi creativa, è bloccato nel suo mondo, nel suo appartamento e in un palazzo apparentemente deserto. Quando incontra Harry le sue abitudini cominciano a fluidificare attraversando il tempo e lo spazio. Harry è l’amico che corre in aiuto, è l’angelo custode o addirittura l’alter ego di Adam, una proiezione di se stesso, un personaggio immaginario che lo aiuta ad affrontare le sfide emotive.
Una delle esplosioni mentali meglio rappresentata visivamente nel film la ritroviamo nella sequenza della discoteca, ed è proprio qui che con l’aiuto di Henry, Adam comincia a liberarsi delle proprie ragnatele mentali. Henry è una rappresentazione positiva, la morte e la liberazione delle situazioni tossiche, è il coraggio di lasciarsi andare da tutti i dubbi irrisolti, è un abbandono positivo il cui risultato è una sensazione di leggerezza, libertà e rinnovamento”.
Miriam
- “Il luogo dove Adam vive è simbolicamente il mondo che lui abita: un grattacielo semideserto, finestre ermeticamente chiuse verso l’esterno, un computer su cui registrare e riordinare il testo del suo lavoro, in solitudine.
Harry, il contatto umano che si presenta alla sua porta per chiedere ed offrire amicizia, e non solo, viene cautamente introdotto nella vita di Adam finché tra i due giovani si stabilisce una relazione esclusiva. Adam sta preparando la scrittura per un suo lavoro e in questa sua creazione si immerge totalmente.
Ed ecco che in questo mondo di mezzo tra realtà e finzione prendono corpo persone e situazioni che sono state determinanti nella sua vita. Durante un nostalgico ritorno alla sua casa d’infanzia, incontrerà i suoi genitori all’età in cui entrambi erano morti in un incidente stradale e, dopo il primo sconcerto, entrerà da adulto nella loro vita, aprendosi al confronto con loro.
Riemergeranno le paure e i pianti di un bambino bullizzato dai compagni per la sua evidente omosessualità, la mancanza di supporto da parte del padre pur essendone amato e il tenero rapporto con la madre.
Gli incontri si susseguono nell’arco del tempo in questo doloroso e nostalgico perdonare e perdonarsi, accettare e accettarsi fino ad arrivare al traumatico sciogliere i lacci con il passato e abbandonare i propri fantasmi per vivere la vita reale. Ma quando Adam si accorgerà che cosa comporta vivere la realtà nel rapporto con Harry, dovrà decidere se viverla fino in fondo o se continuare a restare nel mondo di mezzo e proteggere il loro amore.
Una veramente intensa e struggente storia d’amore.
Si esce a fatica dall’emozione del film”.
Pia
- Adam, uno sceneggiatore in crisi, abita in un palazzo di periferia da cui si vede in lontananza una Londra scintillante. Sta scrivendo un soggetto ma è bloccato sull’attacco: “Esterno, villetta di periferia, 1987″. Esaurita è la sua vena creativa, come vuoto è il palazzo visto dal basso quando è costretto a scendere per una prova antincendio.
Solo una finestra è illuminata, quella di Harry, di cui farà conoscenza quando busserà alla sua porta.
Harry è la persona/pretesto che porterà Adam (il regista stesso) a ri-scrivere la propria storia facendone uno script che è lo script di Estranei: la villetta è quella dei genitori nel lontano 1987. Un film nel film o meglio uno script nello script. E il motivo centrale della storia, il suo faticoso coming out ( tema anche di Weekend ) si “mette in scena” solo con tre/quattro personaggi: Harry, metafora della sua omosessualità, e i genitori, simboli della normalità con cui ha dovuto confrontarsi in un passato fatto di ragazzo bullizzato, incompreso e lasciato solo dai genitori. E scrivendo la sua storia lo sceneggiatore/regista usa in modo straordinario nei suoi backward Adam che ha sempre la stessa età, in cui si mescola Harry ( il suo “problema”) che esiste/non esiste forse come persona reale.
In tutto questo groviglio di dolore, incapacità di accettare e accettarsi la storia di Adam con Harry/Adam è una dolcissima e indimenticabile storia d’amore.
Serena
Il film è al cinema dal 29 febbraio distribuito da Walt Disney.
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