Giunti alla XI edizione, siamo rammaricati di non poter scrivere nulla a riguardo dato che ci è stata negata la possibilità di presenziarvi e quindi non poter cogliere il mood del momento saliente direttamente dagli operatori, dalle chiacchiere al bar nella pausa tra una visione di un film a l’altro, i pareri che espongono i vari oratori delle società produttrici o distributori.
Purtroppo scegliere le testate di settore, on line e di dimensioni “piccole” fa la sua differenza e l’esclusione alla partecipazione, in maniera molto draconiana, com’è capitato alla nostra rivista che ha chiesto ma non ottenuto l’accredito essendo insindacabile da parte dell’organizzatore, ci ricorda l’adagio “ubi maior minor cessat”.
A questo punto nasce una nuova domanda: chi può essere accreditato nel raccontare l’evento al pubblico, di settore e non, chiaramente in maniera democratica, con le sue critiche e le valorizzazioni del caso?
Avere una visione partecipativa del momento è parte fondamentale di qualsiasi informazione, altrimenti sono solo chiacchiere che si possono raccogliere dappertutto.
Ma se si sceglie la libertà si stampa, facendo intervenire solo una parte o l’altra, che libertà sarebbe?
Beh, il settore del cinema ha i suoi problemi che sono emersi in questi ultimi due anni, perché aggiungerne altri? E l’adagio “parlarne bene o male, l’importante che se ne parli” (come diceva qualcuno: essenziale è esserci di persona) non vale per le Giornate di Cinema?
E così non ne parliamo affatto e lasciamo all’immaginazione di ognuno dare le interpretazioni di pochi.
Ecco che cos’è oggi la libertà di stampa.
Tanti auguri alla XI Edizione delle giornate di cinema.
Giovanni De Santis
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