Regia: Miguel Gomes
Genere: commedia, drammatico
Durata: 128′
Con: Gonçalo Waddington, Crista Alfaiate, Cláudio da Silva, Lang-Khê Tran, Jorge Andrade, João Pedro Vaz
Vincitore del Premio per la migliore regia all’ultimo Festival di Cannes e designato portoghese per la corsa all’Oscar, arriva nelle sale dal 5 dicembre, distribuito da Lucky Red, GRAND TOUR, il nuovo film di uno degli autori più originali del cinema contemporaneo, Miguel Gomes.
Birmania, 1918. Un funzionario dell’allora Impero Britannico sta per sposarsi con la fidanzata Molly ma, quando si avvicina la data e lei sta per raggiungerlo a Rangoon, Edward in preda al panico scappa e incomincia un viaggio in Asia tra Vietnam, Thailandia, Singapore, Cina e Giappone. Con l’intento di rifarsi una vita e conoscere meglio la cultura delle città in cui si sposta, in realtà Edward piano piano farà i conti con la malinconia e i sensi di colpa. Nel frattempo Molly, invece di arrendersi al rifiuto del fidanzato, lo insegue stranamente divertita, indovinando i suoi spostamenti e affrontando anche lei un viaggio immenso e ricco di avventure.
Grand Tour si muove continuamente tra commedia, dramma e documentario, offrendo uno spettacolo a 360° sul mondo e la cultura asiatiche viste dagli occhi occidentali. L’ambientazione nei prima anni del Novecento non la rende però un’opera rappresentativa solo di quel periodo storico ma anzi rimanda spesso al presente, facendo continuamente salti temporali, forse per sottolineare le radici profonde della cultura orientale e i primi passi del turismo come lo conosciamo ora.
Un viaggio di formazione tra luoghi e persone raccontato da una narratrice esterna che rende il film un’opera quasi onirica, affascinante, divertente in certi momenti ma anche profondamente malinconica.
Sicuramente interessante, che probabilmente andrebbe rivista una seconda volta per cogliere le tante sfumature di un film che collega Occidente e Oriente, realtà e finzione, anche se il ritmo del racconto è a tratti un po’ lento.
Francesca De Santis
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