Regia: JON GUNN
Attori: ZACHARY LEVI, MEGHANN FAHY, JACOB LAVAL
Genere: Drammatico
Paese: Usa
Durata: 109’
Al cinema dal 27 marzo 2025
Ispirato ad una storia vera, al centro del film ci sono Scott (Zachary Levi) e Teresa LeRette (Meghann Fahy), genitori di Austin (Jacob Laval), un bambino affetto da autismo e da una rara malattia che rende le sue ossa fragilissime.
l film Il bambino di cristallo affronta una storia drammatica e intensa, ispirata a fatti reali, che segue la difficile vita di una famiglia alle prese con un figlio affetto da autismo e da una rara malattia che rende le sue ossa estremamente fragili. La pellicola non si risparmia nel mostrare le difficoltà e le tragedie che travolgono i protagonisti, a volte risultando persino eccessiva nella sua drammatizzazione.
La narrazione si sviluppa attraverso una serie di eventi tipici del melodramma americano: la famiglia si trova a dover affrontare problemi di alcolismo, che colpiscono non solo il padre ma persino il prete locale, a conferma di un panorama sociale privo di figure stabili e di riferimento. A ciò si aggiunge il divorzio dei genitori, il bullismo scolastico che rende la vita del bambino ancor più insopportabile, e le crescenti difficoltà economiche dovute a un sistema sanitario che esige pagamenti elevati per ogni cura. Il licenziamento del padre e la perdita della casa completano un quadro di disperazione che, purtroppo, si rifà a una lunga tradizione cinematografica di cliché americani.
Nonostante la pesantezza del racconto e la costante sfilata di sventure, il film fatica a coinvolgere emotivamente lo spettatore a causa di una recitazione poco convincente. Gli attori, pur essendo esteticamente impeccabili, risultano spesso privi di autentica espressività, rendendo difficile per il pubblico empatizzare con i protagonisti e le loro sofferenze.
In definitiva, Il bambino di cristallo affronta tematiche importanti e toccanti, ma lo fa in maniera troppo carica e stereotipata. Sebbene la storia vera alla base del film meriti attenzione, la sua rappresentazione cinematografica finisce per scivolare in un dramma forzato che non riesce a trasmettere appieno la complessità delle emozioni umane coinvolte.
Miriam Dimase