Skip to content

KISSING GORBACIOV – di Andrea Paco Mariani e Luigi D’Alife

Genere: Documentario
Durata: 97 min.
In sala

Forse non tutti si ricordano o, come nel mio caso, possono sapere che nell’estate del 1988 nel cuore del Salento, a Melpignano, venne organizzato un festival dove suonarono insieme ai Litfiba e ai CCCP, alcune band sovietiche. Un evento più unico che raro, non solo perché per la prima volta delle band oltre cortina di ferro riuscirono a suonare in Italia e, viceversa, Litfiba e CCCP poterono esibirsi poi a Mosca e Leningrado, ma anche perché il tutto succedeva nell’Italia patinata degli anni Ottanta, governata perlopiù dalla Democrazia Cristiana ma dove (r)esistevano poche eccezioni tra cui quella del comune di Melpignano, amministrato da una giovanissima giunta del PCI.
Attraverso i racconti dei CCCP e dei giornalisti che seguirono l’evento in Puglia e il loro tour, poi, in URSS, Kissing Gorbaciov ripercorre un periodo storico e musicale che sembra lontanissimo ma difatto era l’altro ieri, facendoci innamorare ancora una volta dei CCCP.

Il documentario, presentato al Festival dei Popoli e ora in sala, è un’importante testimonianza di un periodo storico dove tutto era destinato a cambiare in brevissimo tempo, dove c’era ancora speranza, dove si guardava all’Unione Sovietica con curiosità e passione in un’Italia che si stava preparando, inconsapevolmente alla Seconda Repubblica.

Le interviste ai protagonisti degli eventi, agli stessi CCCP al completo insieme alle immagini di repertorio riescono a trasmettere il fermento di quel periodo e a ricordarci la potenza delle performance del gruppo Ferretti – Zamboni – Annarella – Fatur. È un racconto potente perché non guarda al passato, ma si avvale di quei giorni per ricordarci la valenza del gruppo emiliano che ha fatto la storia del post punk e ci racconta di un’utopia che forse non è mai finita.

Da non perdere!

 

 

 

Francesca De Santis

No comment yet, add your voice below!


Add a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

autobiography - il ragazzo e il generale

Al cinema dal 4 Aprile

Rakib, un giovane ragazzo indonesiano, diventa assistente di Purna, ex generale del regime in pensione. Quando Purna inizia una campagna elettorale per essere eletto sindaco, Rakib si lega all’uomo, diventato per lui mentore e figura paterna. Un giorno, però, un manifesto elettorale di Purna viene trovato vandalizzato: un gesto che avrà conseguenze inimmaginabili per entrambi.
Con un ritratto intimo di due generazioni che vivono sotto lo stesso tetto, il regista Makbul Mubarak ripercorre un doloroso periodo storico della sua nazione con un thriller intenso, che presenta forti risonanze con la contemporaneità ed una forte universalità del tema della lealtà e della vicinanza al potere.

i film per non dimenticare

27 Gennaio 2024

In occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio) ci sembra opportuno segnalarvi una selezione di film nel nostro catalogo che sono stati fondamentali nel racconto di ciò che è successo durante gli anni della dittatura nazista: dai film di propaganda ai documentari, dalle prime opere realizzate nella Germania Est al cinema hollywoodiano, per conoscere il ruolo fondamentale della settima arte nella storia, nonché importante strumento di conoscenza. 

Nelle sezione “Guerra” sul nostro sito potrete quindi trovare capolavori come “I figli di Hitler”, un’aspra critica del regista Edward Dmytryk sull’educazione hitleriana, al vincitore del Festival di Locarno “Rotation” e il film perduto della propaganda nazista “Das Ghetto”.

Le muse impenitenti

L’associazione e compagnia teatrale le Muse Impenitenti, Marinetta Martucci e Arianna Villamaina, due attrici potentine, tornano a calcare il palcoscenico con una nuova esilarante ed originalissima commedia: Come lo zucchero per il caffè – ‘‘O Teatro è ‘o paese d’ ’o vero. Una commedia divertente e con performance di danza fuori le righe, che ci trasporta in un musical vero e proprio per poi allietare il pubblico con una sorpresa golosa. Lo spettacolo è un contenitore di arte a tutti gli effetti ed è un inno alle mille sfaccettature che in essa sopravvivono.